Cia Agricoltori italiani scenderà in piazza a Bruxelles il 18 dicembre con una grande mobilitazione europea per chiedere una svolta nelle politiche comunitarie e difendere il futuro dell’agricoltura. Migliaia di agricoltori e centinaia di trattori raggiungeranno la capitale belga per manifestare contro il rischio di un ridimensionamento della Pac post 2027 e per sollecitare un cambio di passo nelle scelte dell’Ue su redditività, competitività, politiche di coesione e commercio internazionale.
«Sosteniamo con forza la manifestazione – osserva Igor Varrone, direttore provinciale di Cia Cuneo –, perché gli agricoltori del nostro territorio vivono ogni giorno gli effetti di politiche europee, sempre più lontane dalla realtà dei campi. La Pac non può essere smantellata, né trasformata in un capitolo residuale del bilancio Ue: significherebbe indebolire un settore strategico e, soprattutto, compromettere la coesione dei territori rurali. Siamo in piazza per ribadire che l’agricoltura italiana, e quella cuneese in particolare, non chiede privilegi, ma rispetto, riconoscimento del suo ruolo e strumenti concreti per continuare a produrre cibo sicuro e presidiare le aree interne».
Varrone richiama anche le difficoltà legate alla redditività: «Non è accettabile che in molte filiere i nostri produttori continuino a vendere sotto i costi di produzione. Servono misure rapide per riequilibrare il valore lungo la filiera e politiche commerciali che garantiscano reciprocità con i Paesi extra-Ue. Senza regole uguali per tutti non c’è concorrenza, c’è dumping».
A guidare la mobilitazione sarà il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, che rilancia l’allarme già espresso in occasione dell’Assemblea annuale dell’organizzazione: «All’Europa serve una scossa politica forte, perché siamo davanti a una deriva pericolosa – afferma Fini –. Il ridimensionamento della Pac delineato dal nuovo Quadro Finanziario Pluriennale rischia di minare un pilastro fondamentale dell’Ue, creato per garantire sicurezza alimentare, stabilità e sviluppo dei territori. Difendere l’agricoltura oggi significa difendere il futuro stesso dell’Europa».
Fini sottolinea anche la necessità di una Ue più efficiente e capace di decisioni rapide: «La complessità globale non si governa con 27 politiche diverse. Chiediamo un’Europa più forte, più coesa e finalmente in grado di affrontare le grandi transizioni senza sacrificare chi produce cibo e tutela l’ambiente».














