Le Alpi meridionali sono costellate di opere militari, diventate parte integrante dell’identità dei luoghi: presenze imponenti o talvolta nascoste nella vegetazione, veri e propri simboli di memoria e appartenenza che ad oggi restano però in gran parte sconosciute e difficilmente accessibili.
Con il progetto COGNITIO-FORT, finanziato dal programma Interreg Alcotra 2021–2027, la rete di partner italo-francesi formata da Département des Alpes Maritimes (capofila), Aree Protette Alpi Marittime, Unione Montana Valle Stura e Parc national du Mercantour sta lavorando alla valorizzazione e allo sviluppo della conoscenza scientifica del patrimonio fortificato su scala transfrontaliera, per strutturare un'offerta culturale di qualità fruibile a tutti i tipi di pubblico.
All'interno del progetto, il Politecnico di Torino svolge un ruolo centrale grazie alle competenze del Laboratorio di Geomatica per i Beni Culturali del Dipartimento di Architettura e Design (DAD) e del Geomatics Lab del Dipartimento DIATI, riconosciuti a livello nazionale per l’eccellenza nelle tecniche di rilievo 3D, nella documentazione del territorio e nell’applicazione delle tecnologie geospaziali ai beni culturali.
Il lavoro del Politecnico: la ricostruzione digitale delle fortificazioni alpine
Nel corso degli ultimi mesi, i gruppi di ricerca del Politecnico hanno condotto una serie di campagne di rilievo metrico integrato finalizzate alla creazione di modelli tridimensionali accurati di alcune opere militari delle Valli Stura e Gesso. In particolare, sono state effettuate le seguenti rilevazioni: l’Opera 9 ad Andonno (Valdieri, Maggio 2024), le fortificazioni del piano della Bandia (Sambuco, Luglio 2025), l’Opera 6 e l’Opera 7 delle Barricate (Pietraporzio). Infine, sono stati rilevati l’Osservatorio della cresta di Barel e la Batteria (Opera 14), entrambi facenti parte del Caposaldo del Becco Rosso (Settembre 2025).
Le attività, coordinate da Nannina Spanò, Francesca Matrone, Andrea Maria Lingua, Giacomo Patrucco e Paolo Maschio, sono state svolte in collaborazione con l’Unione Montana Valle Stura e con la partecipazione degli studenti del Team DIRECT (Disaster Recovery Team), che hanno avuto l’opportunità di sperimentare sul campo tecniche avanzate di rilievo in contesti montani complessi.
Per acquisire i dati sono stati utilizzati strumenti e tecnologie altamente specializzati: per la georeferenziazione e la creazione di precise reti di riferimento sono stati utilizzati stazioni totali e ricevitori GNSS, mentre per il rilevamento dettagliato di esterni e ambienti sotterranei, spesso inaccessibili al pubblico, laser scanner terrestri, sistemi di mappatura mobile e droni.
Una volta rientrati in laboratorio, i ricercatori hanno elaborato – e stanno continuando a elaborare – i dati raccolti attraverso tecniche di laser scanning e fotogrammetria.
Il risultato sarà la ricostruzione tridimensionale completa delle opere: dalle gallerie agli spazi esterni, dalle geometrie sotterranee alle coperture, un modello 3D navigabile, capace di restituire in modo realistico e immersivo la complessità architettonica e paesaggistica delle opere.
I dati, restituiti in forma di nuvole di punti, modelli 3D mesh e tavole CAD, sono inoltre strumenti fondamentali per le amministrazioni, gli enti gestori e le associazioni che si occupano della tutela e della valorizzazione del patrimonio.
"Questa collaborazione – sottolinea l’Unione Montana Valle Stura – rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di una conoscenza digitale condivisa del nostro patrimonio fortificato, capace di unire ricerca, innovazione e accessibilità culturale".