Copertina - 10 dicembre 2025, 00:00

Carrù celebra la 115ª Fiera del Bue Grasso: una tradizione che continua a raccontare un territorio

Il paese torna a essere capitale della zootecnia piemontese e custode di un’eredità che non smette di affascinare

E' quello di domani, a Carrù, il giorno più atteso. 

Perché si svolgerà, fin dalle prime luci dell'alba, l'evento clou della 115ª Fiera del Bue Grasso, manifestazione che travalica la semplice esposizione di capi bovini per trasformarsi in un racconto corale fatto di storia, cultura materiale, gastronomia, lavoro e appartenenza. 

Un evento che ogni anno richiama migliaia di visitatori da tutta Italia, attratti dal fascino di un rito che, nonostante il passare del tempo, continua a rinnovarsi nel segno della sua tradizione più autentica.

Sarà il sindaco Nicola Schellino, come sempre in abiti tipici, a fare gli onori di casa e ad accogliere i tanti colleghi che, ogni anno, arrivano a Carrù per condividere un evento che è un'autentica festa per l'intero territorio. 

Il calendario dell’edizione 2025 è ricco e diffuso su più giornate, ma il cuore pulsante della manifestazione resta la giornata di domani, 11 dicembre, quando Carrù si trasformerà in un grande palcoscenico: valutazioni dei capi fin dalle prime ore del mattino, premiazioni ufficiali, mercato diffuso in tutto il paese e l’annullo filatelico speciale firmato Poste Italiane. 

A rendere l’atmosfera ancora più viva ci sarà il celebre “Bollito Non-Stop” della Pro Loco, un appuntamento che da solo rappresenta un viaggio nella cultura gastronomica piemontese.

Ogni momento della giornata sarà trasmesso in diretta Facebook sui giornali del gruppo Morenews, come accade da diversi anni: un modo per permettere anche a chi non può essere presente di partecipare, almeno virtualmente, a una festa che appartiene a tutto il territorio.

La storia della Fiera del Bue Grasso è lunga, stratificata e profondamente intrecciata alla vita agricola di Carrù. 

Le prime testimonianze di mercati bovini risalgono addirittura al Medioevo, quando la località era già nota per la sua funzione di scambio e per la qualità dei capi allevati sulle colline circostanti.

La nascita della Fiera moderna, però, è datata 15 dicembre 1910. In un periodo segnato dall’aumento dei prezzi della carne e dalla scarsità di animali da macello, l’Amministrazione Comunale – su proposta del Comizio Agrario di Mondovì – decise di istituire una rassegna che incentivasse la produzione zootecnica e contribuissi a rendere la carne più accessibile a tutta la popolazione. 

Fu un successo immediato: Carrù divenne in breve un polo riconosciuto per la qualità dei suoi bovini, attirando commercianti, allevatori e visitatori.

Oggi, più di un secolo dopo, l’atmosfera che si respira alla Fiera sembra non essere cambiata. 

Il rispetto verso gli animali, la fierezza degli allevatori, la partecipazione della comunità e la presenza di visitatori affezionati creano un mosaico umano che restituisce il valore profondo di questa tradizione.

Il bue grasso: icona della razza Piemontese

Al centro della Fiera c’è lui: il bue grasso, animale maestoso e simbolo della razza Piemontese, considerata una delle più pregiate al mondo per qualità delle carni. 

Dal manto bianco, possente e armonioso, il bue diventa tale solo dopo i quattro anni di vita, mentre la castrazione – praticata entro gli otto mesi – favorisce l’aumento di peso e lo sviluppo muscolare.

Di norma un bue grasso supera la tonnellata, ma alcuni esemplari raggiungono e superano anche i 1.400 kg, diventando vere e proprie “star” della rassegna. 

La suddivisione in categorie – Nostrano, Migliorato e della Coscia– riguarda esclusivamente la morfologia e lo sviluppo delle masse muscolari, mentre la qualità della carne rimane eccellente in ogni tipologia.

Il concorso zootecnico: un rito che emoziona ancora

Il momento più atteso della Fiera è la rassegna zootecnica, un vero e proprio concorso di bellezza dedicato al mondo rurale. Un centinaio di allevatori portano i loro capi migliori davanti agli occhi esperti della Giuria e del pubblico, in un mix di emozione, tensione, soddisfazione e orgoglio.

I premi raccontano la storia della manifestazione: la Gualdrappa, drappo prezioso e realizzato a mano, destinato ai primi classificati; le Gran Fasce per secondo e terzo posto; le Fasce di dimensioni minori; le medaglie d’oro e d’argento, quest’ultima riservata al bue più pesante. E poi targhe, diplomi e premi in denaro. 

Atmosfere, profumi e sapori: il lato gastronomico della Fiera

La Fiera del Bue Grasso è anche un grande viaggio nel gusto. 

Fin dall’alba, il centro storico ospita la suggestiva “Colazione del Contadino”: bollito, vino rosso robusto e un’atmosfera che sa di tradizione antica. Dalle 9 alle 11, la mostra mercato e la passerella dei bovini animano il cuore del paese.

Il Palafiera, invece, è il tempio del “Bollito Non-Stop”, un’esperienza gastronomica completa che va dalle 7 del mattino alle 22.30. Un’occasione unica per assaporare il grande protagonista della cucina piemontese: il Bollito Misto. 

Una settimana ricca di appuntamenti.

La Fiera continua: proseguono visite guidate, esposizioni di prodotti DOP e IGP, attività culturali e musicali. 

Venerdì 12 dicembre il Teatro Vacchetti accoglierà il Coro del Gran Paradiso, mentre sabato 13 sarà la volta degli Stati Generali dei prodotti DOP IGP piemontesi e della serata gastronomica a cura della Pro Loco.

Alle 17, sempre sabato 13, grande attesa per gli zampognari di Vottignasco, che al Teatro Vacchetti creeranno la magia del Natale, tra racconti e suoni. Prima dello spettacolo, alle 15.30, si esibiranno per le vie di Carrù.

Il gran finale è previsto domenica 15 dicembre, con l’esposizione dei prodotti tipici e la 4ª edizione di GioCarrù, l’appuntamento dedicato al gioco da tavolo, ai fumetti e alla cultura pop che ormai rappresenta un nuovo polo di attrazione per famiglie, giovani e appassionati. In serata, il Teatro Vacchetti ospiterà il concerto delle bande di Alesina, Carrù e Bene Vagienna, chiudendo con armonia una settimana dedicata alla valorizzazione del territorio.

Una festa che profuma di identità

La Fiera del Bue Grasso non è semplicemente un evento: è un patrimonio condiviso, un filo che lega passato e presente, tradizione contadina e orgoglio moderno. Conservando intatto il suo spirito originario: celebrare l’eccellenza della carne piemontese e il legame tra uomo, terra e animali.

Carrù, ancora una volta, si conferma un luogo dove la memoria diventa festa e dove ogni dicembre la tradizione torna protagonista. 

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