Cuneo e valli - 11 dicembre 2025, 06:10

Per l'Avis provinciale donazioni in calo del 2%: “Un anno complesso, serve un nuovo slancio”

Il presidente provinciale Valentino Piacenza: “Stop temporanei e restrizioni sanitarie pesano. Priorità: giovani, continuità e tutela dei donatori”

L’Avis provinciale di Cuneo guarda alla fine del 2025 con una consapevolezza chiara: l’andamento delle donazioni non è drammatico, ma mostra segnali che richiedono attenzione. A evidenziarlo è il presidente Valentino Piacenza (nella foto sotto), che coordina una delle realtà più attive della provincia e oggi invita a interpretare i dati con lucidità, senza allarmismi.

“Il 2024 era stato un anno record. Nel 2025 registriamo un lieve calo, dovuto soprattutto a una serie di sospensioni obbligatorie”, afferma Piacenza. Il riferimento è alle norme sanitarie che, in presenza di viaggi all’estero o permanenze in zone interessate da specifiche criticità, impongono stop temporanei alla donazione. “Chi passa in Francia, chi rientra da Paesi extraeuropei, chi soggiorna in regioni con episodi di Chikungunya: tutti questi casi generano sospensioni lunghe. È comprensibile, è giusto, ma pesa”.

La situazione più complessa riguarda i donatori abituali che, pur non avendo modificato le proprie abitudini, si ritrovano esclusi per mesi. “Ricevo molte telefonate di persone che non capiscono perché non possano donare. E quando uno si sente respinto più volte, il rischio è che smetta del tutto”, spiega Piacenza.

Accanto alle sospensioni, resta il tema del ricambio generazionale: “I giovani ci sono, ma vanno accompagnati. A primavera abbiamo in programma un incontro dedicato, perché serve un linguaggio più vicino alle nuove generazioni e una proposta che li faccia sentire protagonisti”.

È un’esigenza concreta, perché la provincia di Cuneo garantisce ogni anno un supporto fondamentale alla Sardegna, territorio con elevata incidenza di talassemia che richiede un flusso costante di sangue. “Non possiamo indebolire questo impegno. È un patto di solidarietà e di responsabilità. Il sangue serve solo a salvare vite, mai a fare altro”, ribadisce Piacenza.

L’Avis provinciale prepara intanto alcune iniziative che caratterizzeranno il 2026, tra cui una 24 ore del dono in collaborazione con la città di Udine. “Dobbiamo tornare a far parlare di sangue, plasma e donazione. Anche grazie ai giornali: quando l’informazione è attiva, i donatori aumentano”.

Un anno impegnativo, dunque, ma non negativo. “Non c’è alcuna emergenza”, precisa Piacenza. “Il sistema tiene, ma dobbiamo prevenire prima di trovarci in difficoltà. È il momento di lavorare insieme: sezioni, giovani, volontari, medici e donatori. Il dono del sangue resta uno dei gesti più importanti, e la nostra forza è nella comunità che lo sostiene”.

Daniele Vaira