Sono nuovamente ore di tensione e di comprensibile preoccupazione per i lavoratori dell’Aimeri Ambiente della provincia di Cuneo.
Azienda di grandi tradizioni nel settore dell'igiene urbana il cui nome deriva dalla storica Aimeri di Mondovì, costituita nel 1973 nella provincia di Cuneo e poi attiva in diverse regioni del nord Italia, l’Aimeri nel 2004 viene acquistata dal Gruppo Biancamano spa, che ha in Ponticelli srl l'altro caposaldo della propria attività e diventa così uno dei maggiori operatori del settore a livello nazionale. Con la nuova proprietà avviene la trasformazione in Aimeri Ambiente srl – “riporta stabilità all'azienda, professionalità nella gestione e infonde un nuovo spirito di gruppo” recita il sito web dell’azienda – e nel 2009 il Gruppo Biancamano, attraverso Aimeri Ambiente, acquisisce MSA -Manutencoop Servizi Ambientali, diventando così il primo gruppo privato italiano del settore. Nel dicembre 2012 è stato approvato il piano di fusione per l’incorporazione di Ponticelli, storica azienda di Imperia, in Aimeri Ambiente.
La situazione odierna, nonostante lo sbandierato accordo firmato fra Azienda e sindacati il 23 gennaio scorso al ministero del Lavoro e delle politiche sociali a Roma – che sancì una diversa strutturazione della "banca ore", in cui confluiscono le ore di lavoro straordinario che si effettuano nei giorni sia feriali che festivi -, sembra addirittura peggiore di quella di 6 mesi fa.
Lavoratori che a tutt’oggi debbono ancora ricevere la busta paga di maggio, camion sovente a secco di carburante, con pneumatici usurati oltre la norma del buon senso prim’ancora che quella del Codice della strada, assicurazioni pagate di 15 giorni in 15 giorni (nei giorni scorsi un mezzo sarebbe stato multato per essersi “avventurato” – è proprio il caso di dirlo – con la copertura assicurativa scaduta), divise estive addirittura non più consegnate: il dipendente che ci racconta questo poco edificante quadro chiede la garanzia dell’anonimato. “Sa, oggi ci vuol poco a farsi sbattere fuori dal lavoro”.
Sotto accusa i sindacati. Quelli maggiori. Quelli che a gennaio hanno firmato – oltre ad una maggior flessibilità delle mansioni che ha permesso di trovare una soluzione alternativa ai licenziamenti – anche quell’accordo in base al quale sarà l'azienda a definire le modalità di fruizione del il 50% delle ore di straordinario accantonate, ovvero quando il dipendente potrà recuperarle; di contro, il lavoratore potrà, per il restante 50% proporre all'azienda gli orari in cui preferirebbe recuperare le ore. “Perchè comunque la si legga, quelle ore non ci saranno più pagate. E quelli di noi che, tanto per fare un esempio, escono di sera per fare la raccolta a Saluzzo, lo fanno rimettendoci anche i soldi della benzina spesa per raggiungere il deposito dei camion”.
La solfa è quella di sempre, con Tizio che accusa Caio di non pagare, Caio che si difende dicendo di non essere pagato da Sempronio e Sempronio che sostiene che pagherà Caio quando Caio pagherà Tizio. Una sorta di scioglilingua devastante, con il quale non si pagano le bollette e che rende sempre più difficile arrivare a fine mese.
Sembra si vada verso uno sciopero. Le prime avvisaglie dovrebbero vedersi già stamattina, con gli autisti che potrebbero rifiutarsi di uscire con mezzi non propriamente in regola e con a bordo equipaggi che numericamente rispettino le dritte dettate dal contratto di lavoro. Insomma potrebbe essere un’estate non facile, per l’utenza finale. Cioè noi.