Viabilità - 30 giugno 2015, 10:11

Cristina Bessone spiega i motivi della sua "cacciata" dalla giunta di Trinità

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri sera 29 giugno 2015, al termine della seduta del Consiglio comunale di Trinità, ho spiegato i motivi reali per cui mi è stato tolto dal sindaco l’incarico di assessore.

Preciso che il sindaco ha cercato di impedire la lettura di questa mia relazione. Per fortuna il segretario comunale ha ricordato che esistono regole e persino un’etichetta nelle relazioni interpersonali.  

Signor sindaco, signor vicesindaco, colleghi consiglieri, cittadini trinitesi che siete qui presenti, due settimane fa il sindaco mi ha revocato la nomina ad assessore comunale di Trinità e mi è stata tolta la delega a occuparmi di Cultura, Scuola, Servizi sociali e Sport. Tale incarico mi era stato assegnato dallo stesso sindaco un anno fa, forse anche perché alle elezioni amministrative del Comune di Trinità ero risultata il secondo consigliere più votato, con 64 voti. Lei stessa mi aveva cercata qualche mese prima per comporre la sua lista e il programma elettorale.

Perché ora questa revoca, ad appena un anno dalle elezioni? Il sindaco ha parlato ufficialmente ai giornali di un “semplice, normale avvicendamento”, di “dare spazio al rappresentante della frazione più importante di Trinità”. Penso che solo gli ingenui possano credere a questa storiella. In questo anno ho lavorato molto per il mio paese, cercando di renderlo più vivo e più bello. Questo credo sia sotto gli occhi di tutti e mi è stato confermato da centinaia di messaggi ricevuti in questi giorni, gran parte dei quali espressi pubblicamente, con nome e cognome sul mio sito Facebook. (segue un elenco delle iniziative che ho attuato in campo culturale, sportivo, sociale)

L’estate scorsa ho organizzato tutto l’impianto dell’Estate ragazzi e Bimbi, il corso per gli animatori, le gite, l’intervento di esperti esterni; sapevo che a metà luglio avrei dovuto seguire mio marito per un progetto di lavoro all’estero e volevo che fosse tutto già predisposto prima di partire. Un mese fa ho impostato l’organizzazione di Estate Ragazzi e Bimbi 2015 e me ne sono occupata fino alla mia “cacciata”. Mi sono sempre battuta perché, soprattutto le iniziative rivolte ai ragazzi, avessero sostegno e finanziamento. E ritengo che proprio per questo sono stata allontanata dalla Giunta comunale.

Nelle ultime settimane il sindaco mi ha ripetuto un ritornello sentito più volte: “Non ci sono soldi per le tue iniziative, per le tue proposte”. “Non ci sono soldi”. Stavo organizzando l’Estate ragazzi e bimbi: volevo assumere un numero adeguato di animatori, organizzare per questi animatori un piccolo corso di formazione, coinvolgere gli animatori volontari della Parrocchia, volevo comprare palloni, carta, colori e altro materiale. “Non ci sono soldi”. Sono andata a rivedere il bilancio dell’Estate ragazzi e bimbi dell’anno scorso: le entrate sono state ben superiori alle spese, con 4.480 euro di avanzo. Si tratta di una cosa insolita per questo tipo di iniziative, poiché in altri comuni vicini il bilancio dell’Estate ragazzi raggiunge a malapena il pareggio o è in passivo. Questo significa che ero stata oculata l’anno scorso nell’individuare numero di animatori, corso di formazione, gite, trasporti, interventi di esperti esterni.  

Ho chiesto di poter agire nello stesso modo quest’anno e di poter collaborare nella gestione del bilancio dell’Estate ragazzi e bimbi, di poter condividere la gestione di questo specifico bilancio. Questo mi è stato negato. Due settimane fa ho chiesto di sapere per cosa erano stati utilizzati i 4.480 euro avanzati l’anno scorso, frutto delle rette pagate dai genitori, frutto di quanto i genitori hanno pagato per le gite, frutto dei contributi delle banche (CRF di Fossano, BCC di Casalgrasso e Sant’Albano). Mi è stato risposto che questo avanzo era stato utilizzato per le esigenze del Comune. Ho chiesto allora al sindaco se anche quest’anno il Comune intendeva mettere da parte una cifra simile attraverso Estate ragazzi. Evidentemente ho voluto sapere troppo.  

Quali esigenze del Comune, signor sindaco? Le pare possibile, vi pare possibile, signori consiglieri, che neppure nel gruppo di maggioranza queste scelte siano state oggetto di discussione collettiva e, da quando siamo stati eletti, come lista e come maggioranza non ci siamo rivisti collettivamente una sola volta per discutere, tutti insieme, come usare i magri fondi di cui il Comune dispone? Viviamo tempi in cui gli assessori vengono cacciati, giustamente, perché sono disonesti. Vi sembra giusto cacciare un assessore perché ha chiesto di garantire un minimo di fondi per l’estate dei nostri ragazzi? Signor sindaco: cosa intende lei per “deleghe”?  

Mi resta l’amarezza di essere stata cacciata in questo modo: penso di essere stata usata solo per fare una lista e raccogliere voti. Mi resta l’amarezza per il fatto che la maggior parte dei colleghi consiglieri non si siano espressi su questa decisione; che anzi, si siano spartiti le mie deleghe e i miei incarichi, mi auguro pretendendo questa volta dal sindaco di avere delle “vere” deleghe.   Non sarò più assessore, certo. Ma continuerò a fare il consigliere comunale e a occuparmi delle questioni del paese, soprattutto di quelle relative ai bambini e ai ragazzi, alla cultura e allo sport. 

Lo devo in primo luogo a quelle 64 persone che un anno fa mi hanno votata, che mi hanno dato la loro fiducia; spero davvero di non averla delusa. Lo devo al paese in cui cresco i miei figli e a un Paese con la p maiuscola (intendo l’Italia), in cui proprio l’incapacità dei leader di condividere sul serio il potere e l’amministrazione pubblica sta creando quei disastri della politica a cui ogni giorno ci rimandano le cronache. No, non abbiamo proprio bisogno di governi monocratici, neppure a Trinità. Abbiamo bisogno di comunicare alle giovani generazioni che cosa è la res pubblica, la “cosa di tutti”, cosa sono i beni comuni e condivisi, tra cui il Comune: questa è l’eredità della Resistenza per la quale vale la pena battersi. Il Regolamento  del Consiglio comunale (Art. 6, comma 2) mi impedisce per ora di costituire un gruppo autonomo. Lo stesso Regolamento tuttavia mi consente di staccarmi dal gruppo in cui sono stata eletta e di rimanere consigliere a tutti gli effetti. E’ la strada che ho scelto, in coerenza a quanto vi ho detto. Sarò un consigliere autonomo e in quanto tale mi farò portavoce in primo luogo dei miei elettori, e in secondo luogo di tutti quei trinitesi che in questi giorni mi hanno avvicinata, contattata, confortata chiedendo a gran voce di difendere un’idea condivisa di democrazia e di politica.

Cristina Bessone