Tratto dal libro di Giacomo Pilati "Minchia di re", l’opera prende in prestito il termine siciliano per designare la donzella di mare, detta anche viola di mare, un pesce ermafrodito che dopo aver deposto le uova diventa maschio. E’ la storia di Pina, nata e cresciuta in un’isola della Sicilia di fine ‘800, che si innamora di Sara. E’ un racconto che parla di forza di esistere, di scenari di pietre, scogli e vento e della ricerca del vero elemento che fa sopravvivere l’umanità: l’Amore. Grazie ad un linguaggio fortemente poetico, privo di scostumatezza e di ipocrisia, il racconto porta alla luce il concetto spesso dimenticato di libertà individuale.
Storia di omosessualità femminile nella Sicilia di fine ottocento. Una verità scomoda, una omosessualità dichiarata dalla protagonista, denunciata, e vissuta in modo sofferto. Un groviglio di essenzialità, forza di esistere, riscatto, carattere, impeto passionale, scenari di pietre, scogli, vento e colline verdi dove l’azzurro del cielo e del mare si confondono nella ricerca del vero elemento che fa sopravvivere l’umanità: l’Amore. Un racconto che toglie il velo a una verità coperta da una società che allora come oggi è prigioniera di falsi preconcetti e che grazie alla sua poesia, alle immagini che evoca e al linguaggio privo di scostumatezza e lontano dai giudizi morali dissotterra dal silenzio il concetto di libertà individuale. L’irriverenza non è nel titolo del libro, ma nell’assenza di memoria quando è scomoda alla morale comune o all’autorità costituita dagli uomini.
Ingresso euro 5 (gratuito under 18).