Gentilissimo Direttore
Ho letto solo oggi, con colpevole ritardo, la cronaca del Consiglio comunale della nostra città del 13 – 14 dicembre. Il commento pubblicato sul suo quotidiano online il 14, a proposito degli appalti e subappalti per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani in alcuni comuni che fanno parte del Consorzio Ecologico Cuneese (CEC) ha necessità, a mio avviso, di alcuni chiarimenti su alcuni passaggi che indubbiamente hanno trovato corretto spunto e riportato fedelmente quanto detto dai nostri impegnati consiglieri comunali.
Entrando nel merito:
- Il subappalto per i comuni di Centallo Caraglio e Tarantasca, autorizzato nel mese di gennaio 2006, in seguito a sollecitazioni del CEC per il mancato rispetto di alcune importanti clausole contrattuali, è stato rescisso dall’appaltatore il 28 settembre 2008. Il personale dipendente del subappaltatore è passato, a decorrere da quella data, alle dipendenze della ditta appaltatrice ad eccezione di una persona che, in considerazione del suo imminente pensionamento, ho scelto di continuare l’attività con il suo datore di lavoro. Non è veritiero pertanto che siano rimaste “a casa sei persone”.
- In seguito alla rescissione contrattuale è stato aperto un contenzioso, presso il Tribunale di Cuneo, con la richiesta di danni dall’ex subappaltatore nei confronti dell’appaltatore e dall’appaltatore nei confronti del primo. I legali dell’appaltatore, oltre al congelamento di una rata di 37.000 euro ordinato dal giudice, hanno consigliato di bloccare tutti i pagamenti ancora da onorare, più precisamente 168.065 euro, quale copertura dei danni richiedenti. In attesa del pronunciamento della magistratura da parte mia non è stato possibile fare altro che non il fallito tentativo di giungere a un amichevole compromesso tra le parti.
- Il secondo subappalto, che richiede l’attività di una sola persona e cioè il titolare stesso della ditta subappaltatrice, relativo ai comuni della Valle Grana, è stato stipulato successivamente all’entrata in vigore della legge 163/2006. La stessa da il potere alla ditta appaltatrice, cioè al CEC, di richiedere all’appaltatore la quietanza delle fatture emesse dal subappaltatore. Il mancato rispetto del pagamento autorizza il CEC alla sospensione di quanto dovuto all’appaltatore, fino a dimostrazione dell’avvenuta operazione finanziaria. Questo è quanto stato fatto e continuerà a fare il CEC finché non si sarà normalizzata la situazione.
Per quanto riguarda la “testa del presidente del CEC” (che pessima espressione, per dire che non fa quello che altri vorrebbero) e la preoccupazione espressa di una mia occupazione di “poltrona e basta” sarebbe interessante che nelle sedi appropriate, vedi incontri con le commissioni consiliari, alla presenza dell’auspicato decapitato si discutesse e si sentisse anche il suo parere. Viene da dubitare che forse gli interventi non ottengano la stessa risonanza che invece trasmette un consiglio comunale.
Questo è quanto avevo il desiderio di chiarire.
La ringrazio anticipatamente dell’ospitalità che mi vorrà accordare e le porgo distinti saluti.
Per il CEC il Presidente
Livio Lanzavecchia
PS. In qualità di semplice cittadino cuneese mi chiedo e Le chiedo: il mio amico artigiano installatore d’impianti elettrici che, fatte le debite proporzioni, non si vede saldare i suoi conti da alcuni clienti, fatti gli opportuni e preventivi accertamenti sul mancato colpevole coinvolgimento di un ente pubblico, si deve rivolgere a un consigliere comunale per avere giustizia oppure il medesimo amico deve ritenere più “alto” l’impegno degli eletti e percorrere altre strade!
Al Direttore - 20 dicembre 2010, 09:10
I chiarimenti del presidente del CEC sulla vicenda degli appalti portati in Consiglio Comunale
Livio Lanzavecchia: "Sarebbe interessante discutere sulla mia 'poltrona e basta' nelle sedi appropriate, vedi le commissioni, alla presenza dell’auspicato decapitato, magari sentendo anche il suo parere"
Livio Lanzavecchia