Egregio Direttore,
leggo sulla Sua testata la commovente storia dei 5 cuccioli di Ragusa, nella quale si cita l'Ente che rappresento. Trasmetterò l'informazione alla nostra sede locale, ma nel contempo mi si consentano le seguenti riflessioni. Il randagismo in Sicilia ha assunto dimensioni allarmanti per il totale disinteresse dei Comuni e delle ASL, ossia quelle che sono le Autorità preposte a cui lo Stato, nel 1979, ha deciso di affidare i compiti di controllo e prevenzione sul benessere degli animali prima di competenza di ENPA, a cui nell'occasione tolse ogni tipo di contributo pubblico. Quindi la domanda del lettore dovrebbe essere "cosa fa il Comune? cosa fa l'ASL?", anche ricordando che il Codice Penale prevede il reato di "omissione d'atti d'ufficio".
Ma si sa, il cittadino non se la prende mai con gli Enti pubblici. E' più facile "sparare" sul volontariato, a cui si chiede e talvolta si pretende senza dare nulla, perchè la carità è spesso pelosa e destinata ad iniziative "di moda" o che possono aiutare il riconoscimento sociale del benefattore. Ciò dimenticando che il volontariato di tutela animali è formato da persone che, dopo il lavoro, sacrificando tempo e famiglia, fanno tutto ciò che gli è reso possibile dalle poche risorse che si riesce a racimolare, visto che non riceviamo alcuna sovvenzione pubblica, nonostante spesso assolviamo a doveri che la Legge imporrebbe a soggetti statali retribuiti per farlo.
A cosa serve l'ENPA? La risposta è data, in Italia, dagli oltre 250.000 animali di ogni tipo soccorsi, curati, accuditi ogni anno in più di 80 strutture con 3000 volontari. In provincia di Cuneo gli interventi e i piani di sterilizzazione interessano in media 180 animali l'anno, ma le richieste sono molte di più e purtroppo ci sono molte cose che non riusciamo a fare. Dove/quando possiamo interveniamo sempre, anche fuori zona e quando non ci sono convenzioni paganti, presupposto invece che pare fondamentale per altre strutture associative. Il "servizio di assistenza e cura degli animali" auspicato dal lettore, ahinoi, neanche al Nord va tanto bene. Provate ad esempio a trovare un piccione ferito (il caso è di ieri) e chiamate gli enti preposti: verrete rimbalzati per ore fra uno e l'altro. Se vi va bene, dopo qualche ora, un volontario ENPA interviene, a sue spese, mentre gli stipendiati tutori della Natura sono già comodamente a cena. Il discorso potrebbe proseguire a lungo e anche le domande, tipo sul perché anziché spendere centinaia di euro in operazioni "ad effetto" (mentre tanti cani "piemontesi" languono nei canili) i sensibili ragusani non sterilizzino preventivamente le femmine. Ma tant'è ...Ringraziando per la sempre attenta e cortese disponibilità, mi rallegro anch'io per il buon esito della vicenda ed invio i miei migliori saluti.
Marco Bravi Giunta Esecutiva Nazionale Responsabile Provinciale
CUNEO ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali