Parte dei 69 dipendenti della Novaplast che lunedì 23 gennaio hanno saputo, tramite lettera, che l'azienda verrà messa in liquidazione, hanno partecipato mercoledì pomeriggio ad un presidio davanti alla sede dell'Unione Industriale di Cuneo mentre al suo interno le parti si confrontavano sulle misure da adottare. Nello stesso momento a Racconigi i commercianti hanno chiuso, per 15 minuti, i negozi. Dal vertice con l'azienda Cgil e Uil sono uscite quasi soddisfatte. "L'azienda si è dichiarata disponibile a farsi carico del problema sociale ed ha acconsentito alla realizzazione di un percorso preciso quanto obbligato, oltre ad essersi impegnata a riconoscere la retribuzione a tutti" ha dichiarato Alberto Dotta segretario provinciale Uilcem Uil.
L'unica eccezione la ditta l'avrebbe posta per il futuro guardando alle reali prospettive e facendo i conti con il mercato e le commesse che potrebbero o meno giungere sulle altre aziende "sorelle", ovvero l'Abet di Bra e la Lamicolor di Caramagna Piemonte. "Noi qui vorremmo mettere dei paletti fissi e crediamo che tra uno o sei anni, a seconda dell'utilizzo di tutti gli ammortizzatori disponibili, ci sia il tempo e il modo per ricollocare tutti" ha commentato ancora Dotta.
Nella riunione cuneese sono anche state fissate le date dei prossimi 3 incontri. Il primo si terrà lunedì 6 febbraio e si inizierà a mettere nero su bianco gli impegni di entrambe le parti. Intanto a Racconigi, nella sede della ditta, prosegue il presidio permanente da parte dei lavoratori, in gran parte donne e con un'età media di 40 anni.




