La si legga come una provocazione. Un voler gettare un sasso nello stagno con l’intenzione che questi scateni il formarsi di una serie di cerchi concentrici fatti di interventi e prese di posizione, con la pacatezza con la quale i nostri lettori sono soliti dire la propria.
Lo spunto arriva dalle dichiarazioni di ieri del Governatore Sergio Chiamparino alla Festa del PD di piazza D’Armi a Torino, con le quali il numero uno della Regione Piemonte ha di fatto sbattuto la porta in faccia all’aeroporto di casa nostra, annunciando l’imminente disimpegno economico palazzo Lascaris dalla società che gestisce lo scalo di casa nostra.
La domanda provocatoria, fattaci qualche settimana fa da un sindaco della Granda nel corso di un colloquio faccia a faccia è: in una provincia che non ha i soldi per restituire quella dignità perduta da anni alla sua rete viaria, che non ha i soldi per garantire lo sgombero neve sulle sue strade di montagna, che non ha i soldi per garantire i trasporti scolastici ed il riscaldamento delle aule, l’aeroporto di Levaldigi è un lusso che ancora ci possiamo permettere?
E’ ancora quello scalo turistico di fondamentale importanza che per anni, ed a più riprese, ci si è sforzati di farci credere senza neppure troppa convincione oppure è diventato un “giocattolo” costoso di cui si dovrebbe fare a meno?
Probabilmente si, ma allora debbono farsi avanti i privati: se il territorio crede a questo scalo ed alla sua benefica ricaduta a pioggia, è l'ora di battere un colpo. Domani potrebbe essere tardi.
Il dibattito è aperto.