Saluzzese - 13 aprile 2015, 12:02

Il paradossale appello del sindaco di Manta: Comuni uniti per… la disunione

Ci scrive il consigliere di minoranza Livio Berardo

Livio Berardo

L’appello del sindaco di Manta agli amministratori dei piccoli comuni è paradossale per molti aspetti.
Il primo è che essi dovrebbero essere uniti nel contestare l’obbligo di legge (D.L. 31 maggio 2010, n. 78) per i comuni sotto i 5 mila abitanti di gestire in forma associata, mediante unione o convenzione, le loro funzioni fondamentali, prima tre, poi via via le altre: insomma i piccoli comuni dovrebbero essere uniti nel rivendicare la disunione.

Il secondo aspetto che fa sorridere è il ritardo con cui scatta la protesta. In questi anni il sindaco Guasti ha cercato in tutti i modi di fingere di applicare il Decreto legge 78, prima stipulando una convenzione con i comuni di Piasco, Lagnasco e Scarnafigi per la gestione della polizia municipale, della protezione civile e dei trasporti (ve lo immaginate uno scuolabus che serve 4 comuni, 3 dei quali neppure confinanti fra di loro?), poi la convenzione si è ridotta a Lagnasco e Scarnafigi e i trasporti sono stati sostituiti dai servizi socio-assistenziali, che non avevano bisogno di alcun accordo fra pochi comuni, essendo già affidati al più ampio consorzio Monviso solidale. Il Decreto legge 78 richiede anche che alla scadenza delle convenzioni via sia un rendiconto che dimostri una effettiva riduzione dei costi. Nel caso della convenzione fra Manta, Lagnasco e Scarnafigi questo sarà impossibile, perché si è trattato di un accordo fantasma, che non poteva produrre risparmi.
L’unico effetto è stato che Manta, come comune più popoloso, ha fatto da capofila. In accordi più naturali ed efficaci, con Saluzzo e/o Verzuolo, Guasti non avrebbe più potuto dare sfogo alle sue pulsioni di onnipotenza che invece riesce a soddisfare nell’ambito municipale: oltre a svolgere il ruolo di sindaco e assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, funge anche da dirigente di questi settori, rifiuta l’istituzione delle commissioni consiliari, risponde alle interrogazioni e fa rispondere alle richieste di documenti il più tardi possibile, abbatte gli alberi lungo il bedale dei Molini senza alcuna delibera o determina, disdetta, per restare in tema, l’iscrizione all’ANCI con decisione di Giunta anziché di Consiglio ecc.

L’autonomia senza democrazia diventa autocrazia, senza confronto e coordinamento con i comuni vicini autarchia.

Certe proteste contro i controlli o gli obblighi di gestione associata oppure contro l’istituzione di aree protette nascondono la volontà di essere “padroni” esclusivi del territorio comunale e soprattutto di gestire quella preziosa risorsa in modo arbitrario e poco rispettoso dell’ambiente.
Livio Berardo, consigliere comunale, Manta