Egregio Direttore,
leggo, con mio grande stupore, che il sindaco Borgna invita al rispetto delle semplici regole del distanziamento, dell’uso della mascherina e del divieto di assembramento.
Orbene, noi residenti del Centro Storico da mesi portiamo all’attenzione dell’amministrazione, dell’Asl, e delle varie autorità questo problema.
Abbiamo più volte sottolineato con mail, telefonate, denunce e incontri con gli assessori Serale, Olivero e Dalmasso, la necessità di controllare gli assembramenti davanti a bar e ristoranti, ma senza successo. Agli assembramenti sono corrisposti schiamazzi, rumori, disturbo della quiete pubblica e imbrattamento di marciapiedi con vomito, cocci di bottiglia e immondizia varia. Risultato? Solo il Questore ci ha aiutato intensificando i controlli, ma l’amministrazione ci ha ignorati.
Il sindaco ha la responsabilità della tutela della salute pubblica ma non se ne è occupato, salvo poi fare ora l’invito alla responsabilità. Un po’ tardi, non crede? I buoi sono già scappati dalla stalla.
Molti gestori di bar e ristoranti, in questi mesi, sono stati ligi alle regole ma altri le hanno completamente ignorate e sono stati sostenuti in questo. Il raddoppiamento dei dehors era stato fatto per aumentare il distanziamento tra i tavoli, non per il raddoppio dei tavoli.
Noi del centro storico siamo stati derisi, accusati di voler trasformare Cuneo in un ospizio e ci è stato consigliato di trasferirci in campagna, di mettere i doppi vetri o di volere il silenzio della montagna beneficiando, però, dei vantaggi del vivere in centro città.
Bene, ora grazie a quei pochi gestori che hanno permesso assembramenti costanti, e grazie alla scarsa attenzione dell’amministrazione comunale, ora noi torneremo a dormire sonni tranquilli. Pensavamo dopo l’ultimo incontro con gli assessori di avere perso la battaglia, ma, a quanto pare, abbiamo vinto la guerra. Con buona pace dell’amministrazione che ha il compito di ascoltare i cittadini, anche quelli che preferiscono ascoltare una musica diversa da quella del registratore di cassa.
Cordialmente,
Michela Montevecchi