Il taglio alle accise voluto dal Governo attraverso decreto è entrato in funzione. I prezzi del carburante sono scesi. Secondo il Codacons, sulla base dei nuovi dati pubblicati dal Mite, il prezzo medio della benzina deve scendere in Italia a 1,78 euro al litro, il gasolio a 1,77 euro al litro.
I distributori della Granda sono in linea, con prezzi della benzina tra 1.799 e e 1.764 euro al litro, e prezzi del diesel tra 1.799 e 1.694 euro al litro.
E i benzinai? Nessuno di loro si è arricchito quando i prezzi del carburante erano alle stelle, toccando anche punte di 2.6 euro al litro.
Ce lo conferma Ermanno Allocco, presidente dei Benzinai ed Aree di Servizio Figisc della provincia di Cuneo, che gestisce un'area di servizio Eni a Fossano: “Per noi tutte queste manovre sono sempre un danno. Che il prezzo superi i 2 euro al litro o sia intorno a 1 euro, noi abbiamo sempre lo stesso guadagno che si attesta sui 3,5 centesimi al litro. Anzi, ci abbiamo persino perso, perché ieri siamo stati costretti a cambiare obbligatoriamente i prezzi e tutto quello che abbiamo in cisterna lo avevamo pagato a prezzo più alto, rimettendoci di tasca nostra fino a 30 centesimi al litro. I prezzi non li decidiamo noi, applichiamo quanto imposto dalle compagnie”.
Stessa cosa che ci aveva detto Ettore Grosso, presidente Faib Cuneo, Federazione Autonoma Italiana Benzinai, in una precedente intervista: “I benzinai prendono le briciole dalle compagnie. Abbiamo sempre lo stesso margine al litro che si attesta tra i 3 e i 5 centesimi. Qualunque sia il costo dei carburanti, non guadagnano un centesimo in più”.
Con la “Blu Super” a Ermanno Allocco è andata anche peggio: “Un prodotto che vendo poco. L'avevo ordinata e mi è stata mandata il giorno dopo, quando c'è stato l'aumento di 12 centesimi. L'ho pagata carissima e non so quanto ci rimetterò, credo fino a 40 centesimi al litro. Da recuperare sarà dura”.
“Noi andiamo bene quando il prezzo del carburante è stabile e sappiamo quanto guadagnamo, altrimenti è un terno al lotto – conclude Allocco -. La situazione è peggiorata con il Covid. Ora c'è lo smart working, si fa colazione a casa, è cambiata la mentalità della gente. Temo sia difficile che si riprenderà il mercato come era prima del 2019. Le società non si vogliono adeguare: affitti e affiliazioni penalizzano i gestori e, specie nelle stazioni grandi con tanti dipendenti, si fa davvero fatica ad andare avanti. A oggi, solo chi lavora per conto proprio, con un impianto piccolo, tira fuori lo stipendio”.