A memoria d’uomo non si ricordava in valle Varaita una partecipazione così massiccia ad un’iniziativa rivolta alla scuola.
Ieri sera, nel salone comunale di Venasca, sono stati oltre 150, tra genitori e personale scolastico, ad esprimere preoccupazione nel corsi di un’assemblea che aveva come obiettivo quello di chiedere una “scuola che funzioni, una scuola di qualità che sia in grado di garantire un’offerta formativa valida per i ragazzi dei 13 Comuni facenti parte dell’Istituto Comprensivo Venasca-Costigliole Saluzzo”.
Convitato di pietra la dirigente scolastica, Patrizia Revello, anche il suo nome in tutta la serata non è mai stato pronunciato.
A distanza di un mese e mezzo dalla prima protesta, avvenuta ai cancelli della scuola il primo giorno di lezioni, la protesta dunque non solo non si placa, ma cresce.
Alla serata, pur senza prendere la parola - unica eccezione una giovane consigliera del Comune di Brossasco intervenuta sul tema della mensa scolastica -, erano presenti vari amministratori comunali, a testimonianza del fatto che “la questione sta assumendo rilevanza di interesse generale”.
Al tavolo di coordinamento due genitori, Manuela Dalbesio e Lele Ponza, in rappresentanza del Comitato, già stato costituito ma in fase di ampliamento, e tre sindacalisti: Doriano Ficara (Cgil), Claudia Zanella (Cisl) e Antonio Antonazzo (Gilda).
Tutti hanno ribadito che non si tratta di una battaglia ad personam contro la dirigente, quanto piuttosto di un’iniziativa volta a rivendicare i diritti delle famiglie ad avere in valle una scuola funzionante, “che però in questa situazione – hanno sottolineato Dalbesio e Ponza - non si può avere perché, abbiamo trovato un muro di gomma. In assenza di direttive dirigenziali – hanno rimarcato – non si può avere un piano di offerta formativa così come avviene negli altri istituti”.
È stato anche paventato il rischio che i quasi 200 mila euro che l’Istituto Comprensivo ha a disposizione grazie a fondi europei o finanziamenti pervenuti da Fondazioni bancarie, (reperiti partecipando a bandi con approfonditi studi della realtà locale) non possano essere utilizzati.
“Ci è stato detto – ha annunciato Ficara (Cgil) – che lunedì succederà qualcosa. Noi da lunedì intendiamo comunque alzare l’asticella della protesta con possibili stati di agitazione che non coinvolgeranno solo il personale scolastico ma anche le famiglie. Per questo – ha sostenuto – è indispensabile restare uniti”.
“In questa vicenda non sono in ballo solo diritti contrattuali – ha detto Zanella (Cisl) ma il benessere della scuola che si riverbera sull’intera comunità. Siamo di fronte ad una questione sociale di valenza collettiva”.
“Abbiamo già promosso in passato un’azione legale contro la dirigente e l’abbiamo vinta. Le segnalazioni fatte alle autorità scolastiche – ha affermato dal canto suo Antonazzo - non hanno finora però avuto risposte”.
Lunedì 24 è fissata, davanti al Giudice di Pace, la prima udienza che vede protagonista la preside dopo la bocciatura in blocco dei 25 alunni cinesi.
Parecchi, tra insegnanti e personale di segreteria, sfileranno come testi.
“Aspetto questo – è stato segnalato in vari interventi - che pone in essere una situazione di evidente incompatibilità ambientale”.
Al termine della serata solo state raccolte decine di firme per ampliare il Comitato, “Comitato – ha spiegato Ponza – che si prefigge di diventare permanente”.
Dalla prossima settimana le adesioni saranno raccolte anche nei 13 paesi che fanno parte dell’Istituto Comprensivo.