Sul progetto di realizzazione del biodigestore e ammodernamento dell'impianto Acsr di Borgo San Dalmazzo dirimente sarà proprio il pronunciamento del consiglio comunale della città, che arriverà nella serata di domani (giovedì 16 febbraio). Un sì o un no senza dubbio foriero - in qualunque caso e non solo da oggi - di confronti e malumori, ma del quale inevitabilmente l'assemblea dei sindaci del Consorzio Ecologico Cuneese programmata per le 17 di venerdì 17 febbraio dovrà tenere conto, nella decisione (si spera definitiva) di accettare o meno il finanziamento PNRR da oltre 12.800.000 euro ratificato ufficialmente lo scorso quattro gennaio.
Il mondo è cambiato e i tempi sono stretti. E la a città di Cuneo si pone quindi in attesa e in una posizione di rispetto assoluto della decisione presa dalla 'cugina' confinante, secondo quanto comunicato dalla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero nella riunione della V commissione consiliare.
Presente all'incontro anche l'assessore all'ambiente Gianfranco Demichelis, i tecnici CEC e Acsr assieme alla dottoressa Simona Testa e alla direttrice Cristiana Giraudo; nel pubblico l’ex assessore all’ambiente Davide Dalmasso (protagonista dei passaggi che hanno condotto a questo momento di discussione), l’ex consigliera comunale Laura Menardi e Mauro Fantino, ex assessore borgarino e membro del comitato cittadino contrario ala realizzazione del biodigestore.
Nell’incontro, la cronistoria del progetto e l’analisi specifica di quelle che sin dal 2018 sono le sue caratteristiche concrete e gli obiettivi.
Il direttore Giraudo, dopo la trattazione, ha sottolineato anche come nel gennaio 2023 il piano economico finanziario di Acsr rispetto al progetto sia stato aggiornato: “Abbiamo preso atto del finanziamento PNRR ma anche della maggiorazione dei costi relativi al maggior contributo ambientale da riconoscere al Comune di Borgo (6 euro a tonnellata), della maggiorazione di circa il 20% sui costi di costruzione delle opere, dei maggiori costi di approvvigionamento di energia elettrica e combustibili, oltre che dell’incremento del prezzo del gas naturale e dell’aumento dell’inflazione. Tutto considerato prevediamo, nonostante il recepimento del finanziamento PNRR, l’accensione di un mutuo bancario a 13 anni al 5%”.
I prossimi passi? Prima di tutto – com’è ovvio – capire se si possa procedere oppure no. In caso di positività da parte dell’assemblea dei sindaci la strada si presenta lunga; il cronoprogramma già stabilito vede la conclusione dei lavori al 31 marzo 2026, ovvero appena tre mesi prima della scadenza fissata dal PNRR. E dal conferimento del finanziamento ne sono già passati uno e mezzo.
Manassero: "I presupposti del 2017 sono decaduti"
“L'idea, che a mio parere resta valida, è che il rifiuto sia risorsa e nasce nel 2017 con il progetto di riqualificazione del sito Acsr di Borgo San Dalmazzo, basato sull'utilizzo del rifiuto come risorsa tramite lo sfruttamento di specifici incentivi sulla produzione di biogas e con l’obiettivo di dotare l'Ato rifiuti provinciale di uno strumento importante e all’avanguardia” ha detto la sindaca, realizzando a favore del consesso una breve cronistoria del progetto (presentato per la prima volta nel corso del secondo mandato amministrativo a guida Federico Borgna).
“Negli anni, a sostegno di questo progetto, i sindaci che compongono il Consorzio Ecologico Cuneese hanno lavorato bene ma è chiara, a questo punto, la decadenza temporanea o meno di diversi dei presupposti che hanno generato l'iniziativa - ha continuato Manassero, ripresa poi anche da Demichelis nei suoi interventi - : gli incentivi su cui ci si era basati non esistono più, gli altri ambiti di gestione rifiuti non hanno confermato l’intenzione di conferire l'organico su Cuneo e l’Ato provinciale risulta depotenziata e in una fase di transizione rispetto alla nascita della propria controparte regionale”.
Inoltre la nuova amministrazione di Borgo sembra stia esponendo contrarietà: l’assemblea dei sindaci del CEC ha chiesto alla città di esprimersi in maniera netta e questo sarà (probabilmente) il risultato della discussione in consiglio comunale programmata per domani sera. I risultati di questo confronto verranno recepiti anche dallo stesso Consorzio nell’assemblea di venerdì pomeriggio: "Il voto del nostro Comune è importante e pesante ma bisogna rispettare la decisione dell'assemblea dei sindaci e realizzare ragionamenti approfonditi, specie in vista delle scadenze, stringenti, relative all’utilizzo dei fondi PNRR” ha aggiunto ancora la sindaca.
Citato, anche il progetto di Acda balzato agli onori della cronaca qualche giorno fa. "È ancora tutto da scrivere, è stato iniziato ma mai completato o approfondito. Non si può pensare di chiudere la questione spostando l’ubicazione del biodigestore e basta, le incognite sono molte” ha aggiunto la sindaca.
"Stanti le condizioni attuali, insomma, ci chiediamo se proseguire con questo progetto possa essere o meno la scelta più giusta per il territorio e per i cittadini - ha detto Demichelis nell'intervento finale - . Venerdì si deciderà, ci riserviamo la possibilità di rifletterci fino a un minuto prima della conferenza. Anche si optasse per rinunciare al finanziamento, comunque, la partita sull'Acsr e sui rifiuti non si chiude: sarà necessario mettersi in un'ottica di ascolto e apertura profonda".
Il dibattito tra consiglieri: c'è chi dice sì
Molti gli interventi dei consiglieri comunali, come per esempio Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), che ha sottolineato come l’ottica del riutilizzo del rifiuto come risorsa sia ampiamente superata in favore di quella del raggiungimento di una società ‘a rifiuti zero’.
“Ci chiediamo com’è stato possibile mandare avanti un progetto e raggiungere un finanziamento PNRR nonostante il conclamato errore di valutazione relativo al conferimento dei rifiuti da parte degli altri consorzi provinciali – ha detto Giancarlo Boselli (Indipendenti) - . Non lo riteniamo tollerabile, specie perché il sindaco dell’epoca era anche presidente della Provincia. Ma questa è una delle tante mele avvelenate lasciate in eredità alla nostra sindaca”.
“Chi ha preso la scelta di andare avanti nonostante questo? La sindaca era vicesindaco, all’epoca, com’è possibile che non abbia detto nulla? Chiediamo una commissione d’inchiesta sulla questione del biodigestore, da portare in consiglio comunale” ha concluso Boselli, spalleggiato poi dal collega Paolo Armellini, che ha sottolineato come il gruppo non sia contrario alla biodigestione come processo e come opportunità quanto piuttosto “a questo biodigestore, realizzato in queste condizioni”.
Molto più aperta nei confronti del progetto la consigliera Maria Laura Risso (Centro per Cuneo): “Le tonnellate di rifiuti necessarie non mancherebbero, anche perché si prevede che altre province vengano attirate dal nostro biodigestore, e si parlerebbe di quattro o cinque camion in più al giorno del normale”.
“Abbiamo due anni per rivedere a livello logistico molti aspetti del progetto e per immaginare che i prezzi del conferimento dei rifiuti ai privati, attualmente concorrenziali indubbiamente, salgano abbastanza da fugare i dubbi presenti dei consorzi – ha aggiunto ancora Risso - . Noi crediamo in questo progetto sin dal 2019 e pensiamo sia doveroso poterlo rilanciare grazie ai fondi del PNRR”.
Dello stesso parere della consigliera Risso anche il presidente del CEC Pier Giacomo Quiriti, che ha sottolineato come il punto della questione non sia la mancanza di rifiuti da approvvigionare: “Non è corretto dire che due consorzi si siano espressi negativamente sull’approvvigionamento dei rifiuti a Borgo, semplicemente per tre anni risultano bloccati dai contratti di conferimento in essere. Inoltre, sappiamo già di territori fuori provincia interessati a conferire il loro materiale”.
"Abbiamo chiesto al territorio di esprimersi con una certa urgenza perché, se la decisione dovesse virare sul no, abbiamo scadenze davvero stringenti per comunicarlo" ha concluso Quiriti.
D’accordo con il progetto anche il consigliere di minoranza Franco Civallero (SiAmo Cuneo) che – pur comprendendo esplicitamente le riserve degli Indipendenti – si è detto favorevole: “Un’iniziativa del genere si fa guardando al futuro, non si può pensare di lanciarla e che funzioni a pieno regime sin da subito. Ci sarà sicuramente spazio per raggiungerle, queste 45.000 tonnellate di rifiuti, e sarà compito di chi gestisce l’impianto”.




