Economia - 22 luglio 2025, 07:00

Armi americane all’Ucraina, i Paesi europei sono divisi

Il presidente americano Trump ha proposto agli europei di comprare dagli USA gli armamenti e di girarli poi agli ucraini. Ci sarebbe di mezzo pure l’acquisto dei materiali militari che servono a riempire gli arsenali rimasti semivuoti dopo anni di generose donazioni a Zelensky. Alcuni governi hanno espresso interesse e consenso, altri si sono immediatamente defilati dal progetto. In ballo vi è non soltanto la tenuta politica dell’alleanza antirussa con Kiev, ma anche la sostenibilità degli investimenti nel riarmo europeo grazie all’industria bellica continentale e non a quella americana. Come riporta il sito Strumenti Politici, a dire di sì sono stati gli Stati da sempre schierati in modo intransigente contro Mosca. Si tratta in primo luogo della Gran Bretagna, seguita dai Paesi scandinavi, dal Canada e dalla Germania. 

Tuttavia, hanno dato un consenso preventivo condizionato dall’effettiva disponibilità finanziaria, ancora da verificare, e dall’accettazione finale dei rispettivi governi. Insomma, non è così semplice a farsi, sebbene a parole abbiano espresso entusiasmo. Persino da Bruxelles la UE storce leggermente il naso e chiede uno sforzo comune di tutto il blocco filo-ucraino, senza che alcuni ci guadagnino più di altri o spendano di meno. 

Chi invece si è opposto senza mezzi termini sono la Francia, l’Italia e l’Ungheria. I loro motivi divergono. Parigi e Roma non vogliono spendere per le armi americane, ma per quelle di fabbricazione europea, e soprattutto gli italiani non vedono l’urgenza di difendersi contro una minaccia russa che non esiste. Budapest invece è categoricamente contro gli aiuti militari a Zelensky. Vi è infine la Repubblica Ceca, favorevole ad assistere ancora l’Ucraina, ma che non vuole farlo tramite gli acquisti diretti di armamenti americani.











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