Attualità - 29 luglio 2025, 13:25

Brignone: “Restituire dignità e prestigio alla professione di insegnante, non soltanto dal punto di vista remunerativo”

Riflessioni dell’ex senatore, docente e dirigente scolastico,  all’indomani delle polemiche che hanno riguardato il mondo della scuola. “In Senato, come segretario della VII Commissione permanente – ricorda - scrissi di mio pugno buona parte del testo di riforma degli esami di maturità

Guido Brignone

Guido Brignone

Dal professor Guido Brignone, docente e preside (allora si chiamavano così i dirigenti scolastici), consigliere provinciale poi eletto in Senato, riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni sul mondo della scuola con particolare riferimento alle discussioni che hanno caratterizzato l’esame di maturità appena terminato. 

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Gentile direttore,

Ho letto le proteste di maturandi che hanno rifiutato la prova orale, ritenendola inutile e superflua per la definizione complessiva e positiva del voto d'esame.

Premetto che, prima di diventare parlamentare, come insegnante di Scuola Media Superiore, ho fatto parte 21 volte di Commissione di maturità  come commissario o membro interno, poi come Presidente. Ho anche ricoperto 5 volte il ruolo di Presidente di Commissione Esami di Licenza Media.

Per quanto concerne gli esami di maturità, ho avuto esperienza in Licei scientifici, ITC, ITIS, Istituti nautici, turistici, professionali, scuole statali e non in Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana, Sicilia.

Ho riscontrato eccellenze anche in scuole non statali, ma anche purtroppo alcune situazioni vergognose, veri “diplomifici”, riflettendo che nella mia e in tante altre scuole il diploma si conseguiva in ben altro modo.

Ricordo di essere stato accolto in una scuola con un elenco di raccomandati che dovevano avere 60/60 (allora la votazione non era in 100esimi) per posto di lavoro sicuro; gli altri 54/60 per accesso alla Pubblica Amministrazione.

Alunni scarsi e docenti ancora di più e pure sfaticati.

In Senato, come segretario della VII Commissione permanente, scrissi di mio pugno buona parte del testo di riforma degli Esami di maturità.

I 5 punti aggiuntivi a discrezione della Commissione furono e sono ancora adesso una mia proposta da tutti accettata per premiare le eccellenze.

L'attuale Ministro Valditara, mio bravo collega in Commissione, era esperto solo di Università.

Attualmente, per la scuola, credo che si affidi a consiglieri, nomi noti per pubblicazioni, studi, proposte. Ne avevo già incontrati nella "officina" diretta dalla Signora Moratti. Tanta teoria e basta. Però non so se si siano mai seduti in cattedra come docenti di ruolo in tutti e tre gli ordini di scuola.

Io ho avuto questa esperienza e in vari indirizzi di Scuola Media Superiore. 

Ciò premesso, ecco le mie osservazioni.

- Attualmente il titolo di studio ha valore legale, specie per concorsi pubblici e accesso all'università, anche se poi il mondo del lavoro opera sovente la selezione.

- In teoria potrebbe essere sostituito da una valutazione complessiva e collegiale da parte dei docenti di classe, ma si sa che la scuola in Italia è, come si dice, a macchia di leopardo e quindi non ci si può affidare solo all'autoreferenzialità del singolo Istituto.

Già gli esiti dell'Invalsi, di cui sono stato relatore per anni in Senato, dimostra che non sarebbe per il momento una via praticabile. Troppe le discrepanze di risultati e troppe le deficienze.

Quindi come trovare una mediazione fra l'autoreferenzialità di una scuola e l'insindacabilità della valutazione di un docente e l'oggettività dei saperi nonché il sapersene servire, in sostanza la maturità di un candidato?

In meno di trenta minuti è molto difficile cogliere quanto un ragazzo ha saputo appropriarsi criticamente dei saperi rielaborandoli in una dimensione interdisciplinare.

Forse solo qualche commissario illuminato ci prova e forse ci riesce, altrimenti si assiste ad una stanca verifica di nozioni.

Tralascio le cosiddette tesine. 

A questo punto che fare?

L' Esame di maturità è solo l'epilogo di ciò che non funziona e non può funzionare?

Allora non avrebbero torto i maturandi che hanno protestato in modo eclatante rifiutando il colloquio. 

A mio avviso il problema va affrontato partendo da lontano, persino dalla Scuola Media. I risultati dell'Invalsi dimostrano che i saperi conseguiti al termine del percorso non giustificano tre anni di scuola.

Tutto il sistema scolastico deve essere riformato, guardando anche le esperienze straniere. Programmi, orari, didattica, discipline fondamentali e complementari, formazione docenti, scuola intesa come luogo non solo di stretta attività  scolastica, nuovi criteri per l'edilizia scolastica, ecc.

E poi una cosa soprattutto: restituire dignità e prestigio alla professione insegnante, non soltanto da punto di vista remunerativo. 

In questo anche l'informazione deve fare la sua parte.

On. Guido Brignone

al direttore

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