Ogni qual volta ci troviamo a scrivere di sanità in ambito locale, il suo intervento non tarda mai ad arrivare.
Ed è così che, anche nell’ultimo “caso” legato all’emodinamica di Savigliano ed al suo prossimo “trasloco” all’ospedale di Verduno, Stefano Quaglia, anch’egli ex sindaco di Saluzzo ed ora consigliere comunale d’opposizione, non tarda ad esternarci alcune sue considerazioni.
“Abbiamo – dice - da poco archiviato il dibattito sull’infattibile ‘ospedale nuovo’, con l’auspichiamoci velocemente attuazione del Piano Direttorio dell’Asl Cn1, quando ecco che si apre un nuovo tema, nuovo ‘solamente’ di 6 anni, riguardante il trasferimento dell’Emodinamica dal Santissima Annunziata al costruendo ospedale di Verduno”.
Un tema, quello dello “slittamento verso il ‘quadrante est’ (Alba- Mondovì) di servizi e funzioni essenziali alla popolazione residente” che Quaglia “da anni” solleva. Il consigliere si è detto soddisfatto dell’azione congiunta delle associazioni di tutela degli ospedali di Saluzzo e Savigliano, che hanno chiesto all’assessore regionale Saitta una modifica del Decreto 600/14 (quello che prevede il trasferimento dell’emoteca).
“Non c’è però alcun margine di possibilità che la richiesta venga accolta. – dice Quaglia - Qualcos’altro si può fare, ma prima vorrei svolgere alcune considerazioni”.
La prima: “È un dato di fatto che il ‘Patto per la Salute’ siglato dalle Regioni con il Ministero, individua nel parametro di 500mila abitanti il bacino di operatività di numero ‘una’ emodinamica”.
Un parametro che coincide con quanto dichiarato a Targatocn dal consigliere regionale Paolo Allemano (“… due servizi di emodinamica in provincia di Cuneo sono una ‘ad abundantiam’”).
“Di qui ne consegue la dichiarata, ma non convincente, congruità della scelta (già effettuata dal PSSR approvato nel 2012!) del trasferimento a Verduno, appena entrerà in funzione” continua Quaglia, che poi però si sofferma sui bacini d’utenza del resto del Piemonte.
“Considerando proprio i bacini di utenza e non le mere linee dei confini provinciali, il quadro del sud Piemonte si presenta così: Cuneo, 600mila abitanti circa e 2 emodinamiche; Asti 215mila abitanti circa e 1 emodinamica; Alessandria 430mila abitanti circa e 2 emodinamiche (una pubblica, l’altra in struttura privata).
Totale: per circa 1milione e 250mila abitanti, 5 strutture di cardiologia invasiva”.
Di qui nasce un secondo ragionamento: “A me non risulta che ci sia parità di percorrenza dalle nostre vallate a Savigliano o Cuneo, quanto quelle da Verduno ad Asti, tenendo conto che a Savigliano fanno riferimento anche aree del Carmagnolese, a maggior ragione quando sarà avviato il progetto del nuovo ospedale unico di Chieri-Moncalieri-Carmagnola e basso Pinerolese”.
Quaglia non tralascia però una critica di natura politica: “Mai, dai Consigli comunali di Saluzzo e Savigliano, è uscito un documento unitario che prendesse una posizione ufficiale avverso la scelta di ri-localizzazione dell’emodinamica. E questo, si badi bene, dal 2012 ad oggi!”.
Non solo: “Sul tema della sanità, la politica governativa saluzzese non ha fatto altro che recriminare ogni qual volta le situazioni siano diventate irreversibili, come nel caso dell’ortopedia saluzzese trasferita a Mondovì.
La conferenza dei sindaci del Saluzzese rappresenta un territorio ampio, e in buona parte vallivo, con oltre 80mila abitanti. È mai stata sollecitata su un tema di questo genere?
Nessuno può affermare a cuor leggero che non sapesse. Adesso, però, occorre chiedersi cosa sia possibile fare”.
“Ci sono le premesse tali – si chiede Quaglia - da garantire l’operatività del laboratorio di emodinamica a Savigliano anche dopo l’apertura dell’ospedale di Verduno? Sembrerebbe di sì, come di dichiara il consigliere Allemano, attraverso un accordo tra Asl Cn1 e AO Santa Croce e Carle di Cuneo.
Già ne ero informato ma, stante il ragionamento che ho sviluppato poco fa riguardante i bacini d’utenza, non si sarebbero potuti studiare e sviluppare modelli operativi interaziendali tra Verduno e Asti, lasciando la consolidato ed efficace struttura saviglianese al suo posto?”.
Quaglia, “senza cedere alle recriminazioni” sottolinea come nuove formule siano già state sperimentate in Piemonte, ad esempio nell’Asl To4, con un accordo intra-aziendale tra Ciriè ed Ivrea, oppure, quello “che riguarda l’Unità Funzionale Interaziendale di Emodinamica tra l’Asl To3 (Rivoli-Pinerolo) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi di Orbassano”.
Ne deriva quindi una deduzione: “Sulla base delle esperienze pregresse, si possono mettere in pratiche quelle che il consigliere Allemano definisce le ‘premesse per definire un piano di azione tale da garantire gli attuali livelli di operatività della cardiologia invasiva’”.
L’auspicio, per il nostro interlocutore, è che Saluzzo e Savigliano si muovano come le due Associazioni di tutela degli ospedali.
“Occorre radunare i sindaci del territorio, dal momento che Saluzzo è dotata di una Consulta dei sindaci – spiega - e stilare un documento da inviare all’Assessorato alla Sanità, affinché il trasferimento dell’Emodinamica da Savigliano a Verduno sia subordinato assolutamente all’attivazione di un accordo interaziendale con l’AO Santa Croce e Carle di Cuneo, al fine di garantire la continuità del servizio anche nella sede di Savigliano.
Sono convinto che i Sindaci approverebbero di buon grado una tale iniziativa, dimostrandosi coesi a difesa delle nostre popolazioni. Un semplice emendamento di tre righe potrebbe essere presentato e votato quando la delibera riguardante il ‘Programma di interventi in edilizia sanitaria della rete ospedaliera regionale’ approderà in Consiglio regionale. Sarà sufficiente far scendere in campo la volontà politica del nostro territorio, se si vorrà…”.