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Attualità | 28 ottobre 2022, 07:02

Si chiude la storia dell'Alpitel di Nucetto: in vendita lo stabilimento

L'annuncio della chiusura della sede valtanarina, per "questioni logistico-strategiche", era arrivato nell'ottobre del 2021

La sede dell'Alpitel nel 2021

La sede dell'Alpitel nel 2021

Finisce la storia dell'Alpitel di Nucetto. Lo stabile con i capannoni e tutti gli uffici sono stati messi in vendita. 

Si chiude così una pagina amara per la val Tanaro e per il comune che perde un'azienda importante che garantiva posti di lavoro in paese. 

Era il 12 ottobre del 2021 quando, il gruppo Psc, proprietario dell'Alpitel, annunciò la volontà di chiudere lo stabilimento nucettese per "questioni logistico-strategiche", tradotto: l'ubicazione della sede a Nucetto non risultava più competitiva sul mercato, rispetto ad altre zone collegate e vicine a maggiori servizi. 

Solo un anno prima, nel marzo del 2020, era stato siglato l'accordo al Mise sui contratti di solidarietà per i dipendenti della Alpitel, poi, con l'arrivo del lockdown per la pandemia, si era ricorsi a una soluzione lavorativa "telematica", ma la situazione non ha avuto un lieto epilogo, nonostante gli scioperi e le interlocuzioni con i sindacati. 

"Perdere un'azienda e di conseguenza posti di lavoro rischia di desertificare la nostra valle. - così ci spiegava il sindaco di Nucetto Enzo Dho, in quei giorni quando, alla protesta si unirono anche i sindaci degli altri comuni valtanarini -"Si parla di incentivare il ripopolamento dei territori montani, ma senza servizi e possibilità di lavoro è impensabile figurarsi un futuro per le vallate".

Niente da fare. A maggio 2022 si era tenuto un nuovo incontro con le rappresentanze sindacali, la Regione Piemonte, amministratori locali e proprietà, cui ne seguì un successivo nel mese di giugno: nessun licenziamento ma proposte di trasferimento per i circa 100 lavoratori, cui era stata prospettata la possibilià di essere reinseriti a Beinasco, nel Torinese, per il personale amministrativo, e a Cherasco per quello operativo. 

L'ultima nota dei sindacati nazionali Fim e Fiom risale al 13 luglio 2022, dopo l'ennesimo confronto, "richiesto dalle organizzazioni sindacali tra il gruppo dirigente Alpitel ed il coordinamento nazionale partecipato dalle RSU, dalle strutture territoriali e i rappresentanti nazionali di Fim e Fiom, al fine di avere elementi di chiarezza rispetto alle dinamiche che stanno investendo il gruppo PSC".

"L’azienda - scrivono - ha confermato che la ALPITEL, controllata interamente dalla PSC che ha presentato domanda di concordato preventivo con riserva nel mese di giugno, segue un suo percorso industriale e si sta organizzando, anche in relazione alle molte uscite di personale in diverse aree strategiche dell’azienda, per far fronte e realizzare valori di produzione in linea con il budget e con quanto consuntivato nel 2021 ovvero poco meno di 100 milioni.

I problemi, tuttavia, permangono in relazione all’indebitamento verso i fornitori, seppur dimezzato rispetto al 2020, che ridimensiona la crescita del flusso economico complessivo, e le linee di credito da parte del sistema bancario che non sono ancora sufficienti rispetto alle necessità dell’azienda".

"Proprio sul fronte fornitori - si legge nella nota - si riscontrano le maggiori criticità derivanti dalle dinamiche della PSC in quanto alcuni di loro, in modo specifico quelli che operano sulle commesse ENEL, stanno facendo venir meno la loro collaborazione a causa della forte esposizione finanziaria verso la controllante generando forti problematicità in diversi cantieri sul territorio nazionale. (...) Seppur lo scenario non dia elementi di certezza, alla richiesta di informazioni del coordinamento nazionale rispetto al futuro di Alpitel l’azienda ha risposto che sono in corso diverse valutazioni atte a fronteggiare eventuali azioni che potrebbero arrivare da parte di fornitori e/o banche al fine da un lato di reperire la liquidità necessaria a fronteggiarle, attraverso ad esempio la cessione di alcuni asset sui quali sono pervenute ad ALPITEL diverse manifestazioni di interesse, o in alternativa alla possibilità di ristrutturare il debito attraverso gli strumenti legislativi oggi vigenti in materia".

Ora si mette la parola "fine": da inizio ottobre, infatti, lo stabilimento nucettese è stato messo in vendita; si tratta di circa 2.500 metri quadrati di capannoni, come spiegano nell'annuncio, una palazzina di uffici su due livelli e un ampio piazzale per movimento mezzi e stoccaccio merci:"Il complesso immobiliare è all'interno di un'area recintata complessiva di 15mila metri quadrati circa che comprende una zona dedicata a parcheggio, un'area svago e un'area verde".

Una storia triste per il territorio e per la val Tanaro, simbolo delle vallate che, troppo spesso sono al centro di proclami, ma poi vengono lasciate indietro. 

Arianna Pronestì

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