Attualità - 06 agosto 2019, 16:30

“Il progetto scelto dal Comune di Crissolo per noi sarà di certo la miglior soluzione”: la Regione pronta a finanziare la seconda seggiovia

Lo annuncia Alberto Cirio, governatore del Piemonte, a margine dell’incontro di ieri (lunedì) a Paesana. E aggiunge: “Soluzione entro settembre”. Procede anche la questione spinosa degli usi civici. Dopo il doppio ricorso della Sipre, si “congela” la reintegra dei terreni e rimane in vigore la convenzione con il Comune, sino alla sentenza del Tar del giugno 2020. “Scricchiola” invece il ricorso dinnanzi al Commissario per la liquidazione degli usi civici

L'attuale seggiovia di Crissolo, sullo sfondo, con - in alto a sinistra - i vertici della Regione ieri a Paesana

L’accordo di programma sarà tra Regione e Comune. E noi su questo siamo chiarissimi: comanda chi amministra e vive sul territorio”.

Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, è parso perentorio quando ieri (lunedì), durante la conferenza stampa al termine dell’incontro con gli Amministratori dell’Unione dei Comuni del Monviso, lo incalziamo in merito alla vicenda degli impianti di risalita di Crissolo.

Poco prima, a margine dell’incontro, infatti, Cirio, insieme al sindaco del paese Fabrizio Re e a Mario Gobello – dirigente del Settore offerta turistica e sportiva della Regione – ha rapidamente analizzato, a porte chiuse, la questione, ormai annosa.

Sarà il Comune – ha confermato Cirio – a proporci una soluzione: e per noi la soluzione del Comune sarà senza ombra di dubbio la migliore”.

Seppur il governatore non lo abbia mai esplicitato, continua dunque a farsi strada l’opzione del posizionamento di un secondo impianto, la scelta condivisa dal Consiglio comunale e dal paese intero, durante la riunione nella “Sala delle guide” del 23 ottobre 2017.

Una scelta che, come ormai è noto, non vede collimare le posizioni dell’Amministrazione comunale e quelle dell’attuale gestore degli impianti, la Società Sipre della famiglia Genre.

Il Comune vuole una seconda seggiovia, la Sipre – invece – l’allungamento dell’esistente impianto biposto denominato “Monviso”.

La questione si trascina da mesi. Oltre alle difformità di vedute tra pubblico e privato, giova ricordare che il percorso, nei mesi, è stato influenzato anche dalla vicenda (ancora pendente) degli usi civici, vale a dire i canoni richiesti alla Sipre per l’occupazione di quei terreni gravati da dominio collettivo, di proprietà quindi della comunità crissolese.

La mancata conciliazione degli usi civici aveva portato, nello scorso mese di marzo, alla decadenza, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale della bozza di convenzione trentennale (rinnovabile in altri 30 anni) tra Comune e Sipre.

Il finanziamento regionale di 880mila euro (ai quali si va ad aggiungere un cofinanziamento comunale minimo di 120mila euro), invece, viaggia su un binario parallelo.

Abbiamo già avuto modo di scrivere, nel corso dei mesi, che l’accordo di programma per la concessione del contributo verrà sottoscritto dal presidente della Regione Piemonte e dal sindaco di Crissolo.

L’Amministrazione Chiamparino http://www.targatocn.it/2019/02/20/leggi-notizia/argomenti/saluzzese/articolo/la-regione-ha-scelto-a-crissolo-si-montera-una-seconda-seggiovia-investimento-da-un-milione-di-eu.htmlsi era sempre detta a favore di un secondo impianto, per la sua valenza sia invernale (innalzamento della quota sciabile) che estiva (arrivare in quota con la seggiovia potrebbe sgravare dal traffico il pianoro di Pian del Re). Ma negli uffici torinesi, però, la questione è stata trascinata “per le lunghe”, senza mai giungere al dunque, arrivando quindi a ridosso delle elezioni.

In campagna elettorale, la linea dell’Amministrazione uscente era stata ribadita dal candidato Paolo Allemano: “Ora basta – aveva detto – è giunto il momento di porre fine alla situazione: si posizioni un secondo impianto”.

La Regione, ora in mano al Centrodestra ed al presidente Cirio, sembra andare nella stessa direzione, affidandosi in toto al progetto che verrà presentato dal Comune (difficilmente l’Amministrazione comunale porterà sul tavolo regionale un progetto di allungamento dell’attuale seggiovia).

LA QUESTIONE DEGLI USI CIVICI

Di pari passo ai nuovi sviluppi con la Regione, prosegue anche la questione degli usi civici.

Abbiamo fatto accenno alla decadenza della convenzione tra Comune e Sipre, la cui efficacia era legata in corda doppia alla conciliazione dei canoni (pregressi e annuali) degli usi civici. Nella stessa seduta, il Consiglio comunale aveva altresì approvato la reintegra al demanio civico dei terreni soggetti a uso civico e occupati abusivamente, tra cui quelli della Sipre. Quest’ultima delibera è stata impugnata dalla Società della famiglia Genre (insieme ad altri atti) sia di fronte al Tar, che di fronte al Commissario per la Liquidazione degli usi civici.

Nell’ultimo Consiglio comunale del paese, il sindaco Fabrizio Re ha dato lettura della relazione dello studio legale Merani che sta seguendo il Comune nei due ricorsi della Sipre, insieme allo studio di Raffaele Volante, tra i massimi esperti in materia di “domini collettivi”.

I legali partono dal luglio 2010, quando il Comune aveva incaricato un professionista di fiducia di svolgere la ricognizione dei terreni gravati da uso civico.

Ne era emerso che, altro dettaglio ormai noto, la Sipre occupa una serie di domini collettivi, in parte come passaggio per accesso al e dal ponte sul fiume Po a Pian della Regina, in parte con le sciovie Granero Lungo e Ghincia, gli impianti di innevamento, la centralina idroelettrica, il bar Aquila Nera e il bar Ghincia Pastour.

Ad ottobre del 2018 si era aperta “la procedura di reintegrazione del possesso delle terre gravate da uso pubblico e occupate da privati, tra cui anche (ma non solo) quelle occupate dalla Sipre”. Il procedimento prevedeva il tentativo di conciliazione stragiudiziale: in altri termini, il Comune poteva

dare in concessione all’occupante abusivo il terreno occupato, a fronte del pagamento di un canone annuo e della somma dei canoni pregressi.

La Società Sipre – rimarcano però i legali – tuttavia, non ha mai validamente richiesto la conciliazione stragiudiziale, nonostante i ripetuti inviti da parte del Comune”. Come già detto più volte nelle sedute pubbliche del Consiglio, la Sipre non avrebbe mai fornito i bilanci, fondamentali per calcolare i canoni di uso civico.

Nel frattempo, però, sono cambiate le leggi: “E’ stato introdotto – aggiungono i legali – l’obbligo per il Comune di mantenere inalterata l’estensione del demanio civico di sua competenza”. Ecco quindi giungere, il 14 marzo 2019, la delibera di reintegra dei terreni occupati senza titolo dalla Sipre, e la decadenza della convenzione stipulata in data 30 giugno 2017.

Ne è nato il doppio ricorso.

La Sipre ha impugnato gli atti, adducendo sia di fronte al Commissario per la liquidazione degli usi civici che al Tar del Piemonte (chiedendone la sospensiva), le stesse motivazioni: “L’udienza avanti al Commissario – spiegano i legali – è fissata per il 25 settembre 2019, ma vi sono dubbi fondati in ordine alla sussistenza della giurisdizione del Commissario, considerata la natura delle domande formulate, peraltro identiche a quelle del ricorso al Tar”.

Il 12 giugno del 2019, invece, si è riunita la Camera di Consiglio del Tar, chiamata a discutere dell’istanza cautelare formulata da Sipre per ottenere la sospensione dei provvedimenti.

Sono sorte – rimarcano i legali del Comune - alcune perplessità. La Sipre ha rinunciato all’istanza cautelare, chiedendo la fissazione a breve dell’udienza di merito per la decisione del ricorso.

Il Comune, ritenendo vantaggioso ottenere la sentenza entro un anno anziché i quattro/cinque ordinari, si è impegnato a non dare esecuzione al provvedimento di reintegra fino alla pronuncia della sentenza”.

Gli atti assunti dal Consiglio comunale non vengono sospesi, dunque, ma il Comune si impegna a non darne esecuzione sino alla pronuncia del Tar, prevista entro il mese di giugno 2020.

Sino ad allora, continuerà a rimanere in vigore la convenzione tra Comune e Sipre, “la cui efficacia sarà confermata oppure cesserà definitivamente a seconda dell’esito del giudizio al Tar”.

Il Collegio del Tribunale amministrativo regionale ha rinviato la causa all'udienza del 6 maggio 2020: la sentenza verrà pronunciata, appunto, entro il mese di giugno 2020.

Se, da un lato, rimane “congelata” la questione degli usi civici, dall’altro, però, non altrettanto accadrà per la scelta su come spendere gli 880mila euro di contributo regionale. Per stessa ammissione del governatore Cirio, infatti, la Regione pensa di giungere ad una soluzione entro il prossimo mese di settembre.

Da sinistra, il vicepresidente della Regione Fabio Carosso, il governatore Alberto Cirio e i consiglieri Matteo Gagliasso e Paolo Bongioanni

Nicolò Bertola