Cuneo e valli - 29 novembre 2015, 08:16

Dipendenti della Bre Banca, sull'orlo di una crisi di nervi, stressati da un comportamento aziendale che rasenta il mobbing

Sarebbe quanto emerso in un incontro fra i vertici dell'azienda bancaria e i sindacati

Dipendenti della Bre Banca, sull'orlo di una crisi di nervi, stressati da un comportamento aziendale che rasenta il mobbing

Dipendenti della Bre Banca, sull'orlo di una crisi di nervi, stressati da un comportamento aziendale che rasenta il mobbing. Sarebbe questa, detto in parole stringate, la situazione riscontrata durante una riunione tra i vertici dell'azienda bancaria e i sindacati. E sarebbero proprio questi ultimi a denunciare un clima lavorativo non certo ottimale per i dipendenti.

Nei giorni scorsi si è infatti svolto un incontro tra quattro organizzazioni sindacali della Bre Banca (Fabi, First-Cisl, Uilca, Unisin) e l'azienda stessa e proprio durante l'incontro, le sigle sindacali unite avrebbero denunciato la situazione di forte disagio del personale, dovuta "ad un'organizzazione del lavoro inefficace, inefficiente, burocraticamente pesante ed arretrata, che a fronte di organici sempre più drammaticamente ridotti non diminuisce affatto le quotidiane assillanti incombenze, anzi ne inventa di nuove".

Proprio per questo motivo hanno espresso preoccupazione per un possibile, ulteriore deterioramento del clima aziendale. Nel comunicato stampa realizzato dai sindacati - e reso noto a questa testata dal Gruppo 19 marzo - si parla di "clima aziendale", del quale "abbiamo denunciato con forza e con argomentazioni precise e documentate l'attuale situazione che tutti i lavoratori ben conoscono".

Nella nota vengono quindi riportati alcuni esempi: "toni sempre più deteriorati e minaccioso nelle diversi riunioni, performance review, call conference. Quotidiane richieste di statistiche, report e relazioni varie ormai fuori controllo. L'umiliazione dell'utilizzo di pubbliche statistiche comparative per le diverse figure, in particolare i corner multimediali. Nessuna informazione circa il futuro delle filiali o circa le assunzioni che sono obbligati a fare. L'azienda - si legge ancora - ha banalizzato, non vede situazioni anomale: se ci sono sono casi isolati, giustificati dalla situazione del mercato che può stressate qualcuno ma nulla di più".

Sempre secondo il comunicato sindacale della Bre, la Banca avrebbe parlato di "lavoratori che si lamentano per nulla, che segnalano ciò che non c'è, che quindi accampano scuse".

I sindacati avrebbero quindi chiesto, tra le altre cose, interventi organizzativi per semplificare e migliore l'attività nelle filiali e addirittura di: "abolire la gogna aziendale". Parole pesanti, messe nero su bianco sul documento riassuntivo dell'incontro, con un finale che fa prevedere battaglia: "siamo esterrefatti, per usare un eufemismo. La situazione è preoccupante. Pretendiamo a breve una risposta in base alla quale decideremo l'opportuno atteggiamento quando la BRE chiederà equilibrio e realismo e, soprattutto, se e quanto alzare il livello di scontro con una azienda che palesa un tale cinismo".

In Piemonte, il maggior numero delle filiali della Bre si trovano in provincia di Cuneo, per questo il Gruppo 19 marzo - l'associazione costituita nel 2012, che trae il nome dalla data in cui si svolse a Cuneo la prima, grande manifestazione pubblica per esprimere dissenso rispetto alle scelte strategiche della Fondazione CRC e presieduta dal dottor Carlo Benigni, autore del libro: "Le mani sulla banca - Il caso della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo” - ha voluto prendere posizione, diramando un comunicato stampa. "Dal 2012 ad oggi la Banca Regionale Europea ha perso quote di mercato, prodotto utili netti risibili (per il 2014 l'utile netto effettivo è stato di  950.000 euro, dato non riportato da nessun organo di stampa), diminuito gli impieghi, chiuso 33 sportelli, ridotto il personale, mentre le altre banche locali crescevano". E poi aggiunge: "Il Gruppo 19 Marzo ha costantemente denunciato una situazione di cui solo ora i sindacati sembrano prendere attiva consapevolezza. Nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRC i sindacati sono presenti con il consigliere Silvio Pagliano, della Uilca. Come è noto, la Fondazione è decisa a cedere la propria partecipazione azionaria nella Bre, confidando che venga acquisita dal Gruppo UBI Banca. Ne potrebbero derivare pesanti conseguenze per la Bre, in termini di occupazione, chiusura di filiali, senza escludere la possibilità che la banca sia eliminata come azienda autonoma, con conseguente assorbimento della rete all'interno del Gruppo. Il consigliere Silvio Pagliano non avrà nulla da dire, a nome del sindacato, quando il Consiglio di Indirizzo, prevedibilmente nel mese di dicembre, sarà posto di fronte ad una decisione che rischia di cancellare 160 anni di storia bancaria cuneese? E con lui altri consiglieri?".

NaMur

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