Sono stati circa 300 i partecipanti al presidio indetto unitariamente da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm davanti alla sede di Confindustria in Corso Dante a Cuneo. La mobilitazione si inserisce all’interno delle quattro ore di sciopero istituite nazionalmente per la giornata di oggi, 20 aprile, a seguito del mancato accordo nel rinnovo del Contratto Collettivo di categoria.
Un’adesione che ha raggiunto il 90% in alcuni stabilimenti - secondo i dati dei sindacati - e che ha visto la partecipazione massiccia di quasi tutti le fabbriche metalmeccaniche sul suolo provinciale.
Negli ultimi 5 mesi sono stati 14 gli incontri tra Federmeccanica e sigle sindacali. La trattativa è bloccata su alcuni punti: salario minimo e orario di lavoro, monetizzazione dei permessi annui retribuiti e maggiorazioni sulle ore di sciopero.
Nel video le dichiarazioni di Barbara Tibaldi Fiom, Tiziana Mascarello Fim Cisl e Bruno Gosmar Uilm.
Durante la mobilitazone è stata ribadita l'unità sindacale che mancava da otto anni.
La replica di Confindustria
Immediata la replica di Confindustria nella persona del presidente della Sezione Meccanica, Domenico Annibale, che attraverso una nota ha dichiarato: “Negli ultimi anni tutti, lavoratori e imprenditori, hanno sofferto la crisi; nel settore sono stati persi circa 300 mila posti di lavoro e il 25% delle imprese ha chiuso oppure ha ridotto la propria attività. Lavoratori e imprenditori sono sulla stessa barca ed è sempre più necessario che si consolidi la collaborazione in quanto l’impresa è un bene comune e tutti devono contribuire alla sopravvivenza della stessa, che allo stato attuale, è sempre più difficile. Le nostre proposte sono concrete e finalizzate a migliorare i salari netti dei nostri collaboratori e a rendere le nostre imprese competitive con il resto del mondo che, negli ultimi trent’anni, ha progredito nella tecnologia e nelle relazioni sindacali, cosa che in Italia non si è riuscita a fare. Il futuro delle imprese e dei collaboratori passa solamente tramite una nuova visione dei contratti e delle relazioni sindacali. Concretamente con la proposta di Federmeccanica il lavoratore avrà un salario mai inferiore al ‘minimo garantito’ e legato al reale costo della vita con aggiornamento annuale e stiamo proponendo incrementi di retribuzione con premi legati alla produttività ed ai risultati aziendali. La nostra proposta sui premi di risultato permetterebbe ai collaboratori di avere un salario netto più alto in quanto la tassazione del premio è del 10% anziché del 38%.”
“Mi auguro che i sindacati sappiano cogliere quest’opportunità per modernizzare la loro visione della contrattazione e delle relazioni sindacali,” – ha continuato Annibale – “il mondo cambia tutti i giorni e rimanere attaccati a concetti vecchi ormai più di mezzo secolo non aiuterà certamente a garantire un futuro né ai lavoratori attuali e tantomeno ai nostri giovani”.





