E' la bella storia di copertina delle celebrazioni del 25 aprile di Saluzzo, quella di Mario Benedetto, Tenente pluridecorato dei Carabinieri, che l’8 settembre del ’43 rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale, scegliendo di stare, come dice il titolo dello spettacolo “Dalla parte giusta”. “Così come avrebbe continuato a fare per il resto della vita. Esemplare per coerenza, integrità morale, tensione civile”.
Il regista del Teatro del Marchesato Valerio Dell’Anna, ha narrato vita e personalità di Benedetto, al Politeama (giovedì sera e sabato in mattinata per le scuole) facendolo amare e conoscere da vicino.
Nel finale solenne e di sentimenti tricolori, con Carabinieri, pubblico, famigliari, attori, in piedi sulle note dell’inno Virgo Fidelis, di Bella Ciao e dell’inno di Mameli, l’omaggio di tutti, alle virtù umane e militari dell’ufficiale dell’Arma, nato a Saluzzo nel 1917. “Un bell’esempio di italiano “ ha sintetizzato il capitano Roberto Costanzo, della stazione locale che ha inquadrato, in apertura di sipario, seguendo alla riflessione dell’assessore alla cultura Roberto Pignatta,le origini dell’istituzione dei Carabinieri, la realtà di quel periodo storico e la scelta di stare “dalla parte giusta”, con la gente, della grande maggioranza dei Carabinieri, di cui l’ufficiale saluzzese è stato archetipo in scena. “Un lavoro intenso e profondo che mette in luce la gioia nel servizio di Benedetto e stimola sentimenti di fierezza per l’appartenenza all’Arma.”
Al Politeama erano presenti anche il luogotenente Fabrizio Giordano e i comandanti di stazione del Saluzzese.
Applausi per il regista, apprezzato parimenti su palcoscenico e come voce fuori campo e per il cast dei 18 attori del Teatro del Marchesato (con l’innesto di alcuni studenti del Soleri-Bertoni) protagonisti delle efficaci istantanee messe in scena, che hanno composto il quadro della storia di Benedetto : dal suo servizio nell’“intelligence”, all’arresto a Saluzzo il 12 giugno del ’44, alla fuga dal treno in corsa diretto a Mauthausen, al suo ruolo attivo nella Resistenza, fino ai travestimenti da vecchietta per far visita alla madre ,senza essere riconosciuto dalla milizia fascista che lo sorvegliava.
Il regista ha percorso la sua biografia fino alla morte avvenuta in ancor giovane età, nel 1954, a causa delle ferite riportate nell'attività di combattente, basandosi su documenti originali forniti dai familiari ( tra i quali la nipote Maria Grazia Colombari) dal suo diario, dal foglio matricolare e dalla cartella dei ricoveri, con la consulenza storica di Livio Berardo.
Allo spettacolo, inserito nella rassegna del cartellone teatrale “Insieme” e in quella di “Aprile - un mese di Resistenza” era presente la figlia di Benedetto, Vittoria, nata 22 giorni prima della morte del padre, nello stesso ospedale. “Il titolo scelto da Dell’Anna, che ringrazio per il bellissimo regalo della serata, sintetizza in tre parole l’idea globale della vita di mio padre. Mi sono commossa, rivivendo nello spettacolo i tanti racconti sentiti in famiglia, da mamma, nonna, zie ritrovando in scena la personalità che ho conosciuto attraverso le loro parole e gli articoli di giornali scritti da lui o da altri autori. Un capitano dei Carabinieri di grande coraggio, rettitudine, senso del dovere, doti morali che mi hanno aiutato a crescere pur non avendo lui accanto. Mentalmente ho dedicato la rappresentazione a mia madre, che lo ha sempre considerato un eroe e lo ha perso in giovane età”.
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