E pluribus, unum. Si potrebbe semplificare con questa singola citazione latina il progetto presentato alla III^ commissione consiliare di Cuneo nella serata di ieri (31 maggio), incentrato sulle innovazioni tecnologiche a cui andrà incontro nei prossimi anni la città nella sua strada per diventare una vera e propria “Smart City”.
“Il progetto riunisce diverse realtà già avviate legate al concetto di “Smart City” - ha detto l'assessore responsabile, Domenico Giraudo – e vedrà la realizzazione di altrettanti bandi; un progetto concreto che parte dalla cablatura della fibra ottica per rendere Cuneo una città più informatizzata e fruibile da cittadini e turisti.”
A illustrare le specifiche del progetto è stato il dottor Pier Angelo Mariani. “Il potenziamento dei concetti di città intelligente e interconnessa sono sempre stati parti del programma politico dei due mandati Borgna. Con il tempo, però, la Smart City del futuro è cambiata nella concezione, specialmente grazie alla diffusione di internet: adesso significa integrare tecnologie e risorse differenti.”
Secondo le parole del dirigente comunale il progetto punta alla creazione di un sistema di infomobilità che sia allo stesso tempo accessibile alle persone con disabilità, integrato con il Trasporto Pubblico Locale, diffuso via web e applicazioni, dotato di allarmi e sistemi di controllo, collegato direttamente con le Forze dell'Ordine e in forma il più possibile “open” per rendere il tutto trasparente al singolo cittadino.
Elemento fondamentale per la concretizzazione del progetto sarà l'installazione di alcune paline intelligenti – ad oggi inesistenti, sviluppate dagli eventuali vincitori dei bandi – che s'interfacceranno con gli utenti fornendo diversi tipi di informazioni (anche turistiche) come lo stato del Trasporto Pubblico Locale. Integrate tra di loro, copriranno diverse zone della città e si presume saranno 16-17; presenteranno illuminazione notturna automatizzata, l'opzione di lettura per non vedenti e d'ingrandimento per ipovedenti, un pulsante di SOS se necessario, telecamere di videosorveglianza dotate di nuovissime tecnologie di trattamento delle immagini e sistemi di ricarica per dispositivi mobili e biciclette a pedalata assistita.
“Largo utilizzo verrà poi fatto di una tecnologia avveniristica chiamata Internet of Things, che fornirà il flusso di dati ritrasmesso dalle paline all'utenza” ha aggiunto il dottor Mariani. Internet of Things si sostanzia in una serie di minuscoli sensori applicati a realtà concrete del territorio (come tombini, per esempio), capaci di raccogliere diversi tipi di dati su cui poi andare a lavorare per migliorare l'intero sistema. “Attraverso di essi – ha spiegato ancora Mariani – si potrà monitorare l'uso della fibra, le condizioni delle paline, l'illuminazione pubblica, lo stato di salute del verde pubblico e tanto altro”. Protocolli e architetture saranno del tutto open source.
Per realizzare il progetto l'amministrazione comunale avrà due anni di tempo circa a partire dal prossimo agosto, utilizzando ben tre linee di finanziamento: quella del bando periferie (96mila più 32mila euro), di alcuni fondi europei dedicati (875mila euro) e del bando “Comuni Smart” della Fondazione CRC (120mila euro), per un totale di 1.090mila euro.
Tutti i commissari presenti (specialmente Carlo Garavagno, Simone Priola e Luca Paschiero) hanno dimostrato totale adesione al progetto, definendolo in più di un'occasione un'opportunità per proiettare Cuneo verso il futuro.
Alcuni dubbi sono stati espressi da Nello Fierro, che ha chiesto come mai non siano previste paline fuori dall'area dell'Altipiano e se i dati raccolti con il sistema IoT possano portare l'amministrazione a collaborare con i colossi privati della gestione di dati come, per esempio, Google.
La risposta a Domenico Giraudo: “Nelle linee di finanziamento avevamo delle precise indicazioni sulle aree in cui programmare l'installazione delle paline, indicazioni che purtroppo non comprendono per ora le nostre frazioni. L'idea è quella di replicare il bando nei luoghi in cui ora non arriva la fibra, ma nei quali arriverà. Sul trattamento di dati, non è da escludere che il comune possa venderli in futuro ai grandi gestori della rete, in cambio di vantaggi economici o servizi: sono, comunque, proprietà del comune.”





