Attualità - 29 novembre 2018, 12:15

Crissolo, dopo il Bancomat, perderà anche i… quotidiani: il trasporto dei giornali (ma solo fino a Paesana) costa più di 1000 euro l’anno

Da un lato l’esercente intenzionato ad offrire ai residenti il servizio si trova costretto a sborsare il canone. Dall’altro, gli stessi residenti devono scendere in valle per prelevare i contanti per poter fare acquisti. Una situazione paradossale, all’interno della quale il Comune cerca di correre ai ripari

Il centro di Crissolo

Il centro di Crissolo

Sempre più spesso accade che i piccoli Comuni, specialmente quelli montani, si ritrovino ad essere – loro malgrado – la cartina al tornasole di come funzionino, ahinoi, le cose nel nostro Paese.

Per spiegarci meglio prenderemo – ancora una volta – ad esempio Crissolo, comune dell’alta Valle Po. 

Qui, come abbiamo ampiamente documentato nelle ultime settimane, fra pochi giorni (il 5 dicembre) verrà spento il bancomat, con i residenti costretti a farsi 22 chilometri (andata e ritorno) per prelevare denaro contante.

Ma c’è di più.

I crissolesi, infatti, si troveranno costretti a dover rinunciare anche alla possibilità di acquistare, in loco, i giornali.

Proprio così. Dal momento che l’unica tabaccheria del paese ha chiuso i battenti, è venuto meno l'unico punto vendita, oltre che per i prodotti soggetti al Monopolio di Stato, anche per quotidiani e riviste.

Un “coraggioso” esercente locale proverà a sopperire alla mancanza di un tabaccaio, ospitando all’interno del suo negozio di alimentari una piccola edicola.

E qui viene il bello: tutto fattibile, alla “modica” cifra di più di 1000 euro all’anno. A tanto ammonta, infatti, il costo del trasporto dei giornali.

Badate bene: trasporto non sino a Crissolo (il che avrebbe ancora dato una impercettibile parvenza di “senso” al canone) bensì soltanto fino a Paesana.

Si, perchè per il trasporto "in quota" dei giornali ci si sarebbe rifatti (come già succedeva in passato) alla disponibilità dell'autista del trasporto di linea della “Dossetto bus”, omaggiandolo, tutti i giorni, di... una copia del quotidiano.

Da un lato l’esercente che deve sborsare più di 1000 euro annui per poter vendere i quotidiani. Dall’altro residenti che devono scendere in valle per prelevare i contanti per poter fare acquisti.

Il Comune cerca di correre ai ripari, come illustrato dal sindaco Fabrizio Re nell’ultimo Consiglio comunale.

Abbiamo creato – ha detto – un fondo nel bilancio comunale pari a 3, 4mila euro da destinare proprio ai nostri esercenti che nonostante tutto continuano a mantenere in vita attività commerciali in paese.

Pensiamo di utilizzare parte di questo fondo per coprire le spese di ‘trasporto’ dei quotidiani, in modo tale da non perdere anche questo ulteriore servizio.

Significativo il fatto che, mentre partecipiamo a bandi per riqualificare le borgate, non abbiamo più gente che viva in montagna”.

Sono 40 anni che parliamo di queste cose. – gli ha fatto eco Aldo Perotti, vicesindaco – L’Europa detta le regole senza sapere da che parte sia la Montagna, i nostri parlamentari non sanno nulla di montagna, i rappresentanti regionali meno di zero. Tutti pensano solo all’ambiente, giungono in paese e si stupiscono se trovano un sentiero non pulito, quando qui, un pezzo alla volta, ci tolgono ogni servizio”.

Il fatto che un Comune piccolo come il nostro metta 4mila euro a bilancio per sostenere le attività commerciali del paese dovrebbe essere un segnale forte” ha ancora aggiunto Re.

Sulla questione potremmo nuovamente spendere un mucchio di parole. Potremmo esattamente fare “copia e incolla” di quanto avevamo scritto – a più riprese – commentando la decisione di rimuovere lo sportello Bancomat.

Tutto, forse, inutile.

Ben vengano il “Bando borgate”, i contributi per il turismo outdoor, i PSR e chi più ne ha più ne metta. Occorre però che qualcuno comprenda che, per rimanere in montagna e vivere la Montagna, servono servizi e posti di lavoro.

Se nessuno interviene in tal senso, il futuro sembra essere già scritto. E di ciò anche la Politica sarà chiamata, inevitabilmente, ad assumersi le responsabilità.

Nicolò Bertola

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