Attualità - 29 aprile 2020, 07:29

Paolo Manera (Confartigianato Mondovì): "Gli artigiani non vogliono essere un peso, ma hanno bisogno di ripartire"

"Servono regole attuabili e che possano garantire, laddove ve ne sia la possibilità, la sicurezza per se stessi e per gli altri"

Paolo Manera (Confartigianato Mondovì): "Gli artigiani non vogliono essere un peso, ma hanno bisogno di ripartire"

Le riaperture annunciate e le chiusure prolungate all'interno del nuovo DPCM presentato alla nazione dal premier Giuseppe Conte nella serata di domenica 26 aprile 2020 hanno suscitato parecchi malumori tra alcune categorie di lavoratori, che si ritengono penalizzate dalle decisioni del Governo.

Fra queste, spiccano indubbiamente gli artigiani, come sottolineato a gran voce da Paolo Manera, presidente di Confartigianato Mondovì: "Gli artigiani sono pronti e scalpitano per ripartire - ha dichiarato -. Non vogliono assolutamente farsi commiserare, ma hanno la necessità di poter operare in modo dinamico ed economicamente sostenibile. Non vogliono essere un peso per lo Stato e sperano unicamente di poter recuperare le gravissime perdite provocate dalla chiusura forzata".

Manera ha aggiunto che per addivenire a tale traguardo vi è assoluto bisogno di regole attuabili e che possano garantire, laddove ve ne sia la possibilità, la sicurezza per se stessi e per gli altri. "Sono disposti ad aspettare, ma quando dovranno ripartire lo vogliono fare con serenità, sicurezza e nella possibilità di produrre reddito e PIL. Si stanno anche aprendo tavoli di lavoro con i sindaci al fine di rivedere rapidamente rifiorire la vita economica territoriale".

Paolo Manera ha infine analizzato le criticità dei singoli comparti.

PASTICCERIE E FORNI - "Le pasticcerie e i forni con somministrazione al pubblico si sentono pronti per partire con una campagna di vendita di prodotti da asporto: perché devono essere penalizzati e non poter vendere i loro prodotti come sta facendo da inizio epidemia la grande distribuzione?".

SETTORE DOLCIARIO - "Le imprese del settore dolciario sono caratterizzate dal basso numero di operatori e per le regole ferree di qualità e pulizia nella lavorazione del prodotto. Perché devono essere tagliati ulteriormente fuori dal mercato e dalla possibilità di vendere i propri prodotti?".

PARRUCCHIERI E CENTRI PER LA CURA DELLA PERSONA - "I parrucchieri e i centri per la cura della persona si sono organizzati da giorni per aprire rispettando le prescrizioni di sicurezza: perché non si lascia loro tirare su la serranda? Sono pronti a diminuire drasticamente la ricettività della loro bottega e a fare appuntamento singolo, ma nulla: il governo è sordo a questa apertura, eppure apre luoghi di assembramento che gli rendono molto di più".

COMPARTO CASA - "Per quanto riguarda il comparto casa inteso come edilizia e impiantisti, il 4 maggio si può riaprire, ma in che modo? I protocolli creano una giungla di adempimenti onerosi e inapplicabili alla PMI e, in alcuni casi, non si ha neppure la possibilità della realizzazione materiale e spaziale delle opere. Inoltre, non si capisce come interporsi nelle attività che interagiscono con la vita quotidiana dei committenti".

Alessandro Nidi

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