Economia - 06 dicembre 2020, 17:40

La prima strategia del Recovery found? Educare politica e istituzioni al pieno utilizzo dei fondi Ue

Best sellers come quello di Beppe Ghisolfi sulle fondazioni ex bancarie elencano utilissime indicazioni per un terzo settore finanziario in grado di sostenere l'uso corretto e integrale delle risorse europee

La consegna dei Manuali a Tirana al ministro degli Interni Sandro Lleshaj e alla Presidente dell'autorità nazionale per le strade on. Sonila Qato

La consegna dei Manuali a Tirana al ministro degli Interni Sandro Lleshaj e alla Presidente dell'autorità nazionale per le strade on. Sonila Qato

Nella vicenda della situazione preparatoria ai progetti pubblici di utilizzo dei fondi europei, di finanza straordinaria, che vanno sotto il nome di "Recovery found", e che da parte dei singoli Stati nazionali impongono l'adozione di un "Recovery plan" (in Italia lo abbiamo voluto ribattezzare per volontà governativa "Piano di resilienza e di ripresa"), sfugge un dato iniziale su tutti.

Nel nostro Paese - il dato proviene dalla corte dei conti di Bruxelles - il tasso di utilizzo, spesa e investimento dei fondi Ue ordinari è inchiodato al 30% del totale delle risorse che ogni 7 anni ci vengono assegnate (attualmente è in scadenza il periodo 2014-2020), il che ci colloca dieci punti sotto la media di tutte le Nazioni europee, fra le quali a primeggiare per capacità finanziaria e gestionale è la Germania. Non è un caso che il tema della necessità di cominciare a parlare in concreto di una strategia di vera e propria educazione ai fondi dell'Unione, e al loro corretto e pieno impiego, sia emerso a febbraio in Fossano in occasione del convegno - uno degli ultimi eventi organizzati in presenza prima dello scoppio tragico della pandemia - promosso dal Comune per la presentazione del best sellers numero 4 di Beppe Ghisolfi sulle fondazioni di origine bancaria.

In quanto originate dalla riforma Amato del 1990 (poi legge Ciampi - Tremonti), che le ha scorporate dalle Casse di risparmio e dagli ex Monti di Pietà, le fondazioni ex bancarie svolgono un ruolo di erogatori e di investitori sociali il cui contributo ha in molti casi permesso lo sblocco - secondo il principio del cofinanziamento - di importanti risorse europee a beneficio dei loro territori di competenza. Lo stesso potrebbe replicarsi ora per rendere spendibili al 100% le opportunità addizionali del Recovery found.

Anche proprio in tale contesto deve essere letto l'intervento pronunciato a fine ottobre dal professor Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo e dell'ACRI - protagonista in successione dei 3 best sellers di Ghisolfi "Banchieri", "Fondazioni bancarie" e "Visti da vicino" - il quale nel corso della Giornata mondiale del risparmio ha posto espressamente il problema della fiscalità statale che ogni anno sottrae alle fondazioni una cifra intorno al mezzo miliardo di euro, molto vicina al totale di quanto questi Enti destinano a settori come socio-sanitario, arte e cultura e sviluppo locale, a sostegno di progetti in grado a propria volta di azionare le leve della moltiplicazione finanziaria europea. Proprio in ispirazione all'esperienza italiana del cosiddetto "terzo settore finanziario" si sta muovendo l'Albania, una realtà che sul piano istituzionale abbiamo imparato a conoscere meglio attraverso le molte iniziative di amicizia e gemellaggio ospitate a Fossano su impulso del Comune e dello stesso Banchiere Ghisolfi (che come vice Presidente del gruppo europeo delle Casse di Risparmio associa la generalità dei Paesi Ue più l'Albania che è in preadesione).

La banca centrale di Albania ha varato tre grandi progetti di sensibilizzazione per promuovere il corretto investimento di risparmi e fondi pubblici: una strategia nazionale dell'educazione finanziaria, condivisa con il Governo Rama che sostiene i progetti dell'associazione bancaria albanese per le scuole, un museo della storia della moneta e un regolamento sulle cosiddette "istituzioni finanziarie non bancarie", per incentivare la formazione di enti e società, nel settore del microcredito etico e della finanza di impatto sociale (sul modello appunto delle fondazioni italiane), in grado di intercettare la totalità delle risorse europee provenienti dal Fondo per gli investimenti FEI.

Questo spiega infine il crescente interesse del Governo albanese nei confronti dei progetti di alfabetizzazione economica, testimoniato dalla donazione di copie di pregio dei Manuali del Professor Ghisolfi fatte pervenire dal giornalista Alessandro Zorgniotti e dai vertici della Confedes Ivano Tonoli, a diversi ministri e vertici istituzionali di primo piano: dal titolare degli Affari Interni Sandro Lleshaj, al ministro per gli Albanesi nel mondo Pandeli Majko, all'ex ministra per le piccole e medie imprese e oggi Presidente dell'autorità nazionale per le strade e le infrastrutture (Anas albanese) Sonila Qato, che sta investendo molti fondi di banche pubbliche europee come Bei e Bers.

comunicato stampa

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