Eventi - 03 luglio 2021, 12:20

Domenica 4 luglio, si chiude il sipario su 'Nuovi Mondi' Festival con la proiezione degli ultimi film in concorso e l'incontro con Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa

Pietro Bartolo, medico e politico italiano, europarlamentare dal 2019 è il sesto grande ospite del 'Nuovi Mondi' Festival

Domenica 4 luglio, si chiude il sipario su 'Nuovi Mondi' Festival con la proiezione degli ultimi film in concorso e l'incontro con Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa

Alle 15 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “Ice Meltland Park” in concorso per la sezione 'Landscapes' al 'Nuovi Mondi' Festival.

Un parco di divertimenti pensato per le famiglie, le coppie, gli amici e tutti coloro che vogliono visitarlo. Non sai dove andare in vacanza? O non sapete come trascorrere la vostra luna di miele? Venite a Icemeltland Park, non ve ne pentirete!

Alle 15.40 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “Felis” in concorso per la sezione 'Landscapes' al 'Nuovi Mondi' Festival.

Due fotografi indipendenti scoprono e filmano ripetutamente dei gatti selvatici (Felis silvestris silvestris) nelle zone dove gran parte degli "accademici liguri" (e non solo) lo credevano scomparso: l'Appennino nord-occidentale (Italia).

 

Alle 16 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “Polyfonatura” in concorso per la sezione 'Landscapes' al 'Nuovi Mondi' Festival.

 

L'eccentrico artista sonoro Eirik Havnes sta preparando il suo progetto più ambizioso: un capolavoro sinfonico in cui la natura diventa la sua orchestra. Eirik raccoglie i suoni naturali con microfoni artigianali, li modifica e assembla in una composizione musicale che eseguirà infine dal vivo, unendo approccio scientifico e entusiasmo infantile. Un concerto sensoriale tra fiordi e montagne, attraverso il tempo e lo spazio, che può cambiare il modo in cui percepiamo e ascoltiamo la natura.

Alle 16.20 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “1934” in concorso per la sezione 'Landscapes' al 'Nuovi Mondi' Festival.

 

Composizione per fotografie, sonoro e voce narrante: venti immagini scattate tra la primavera e l'estate del 1934, il commosso racconto di una storia d'amore persa nel passato, la montagna come luogo dell'anima, fra Trentino e Südtirol.

Alle 16.35 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “Le grand viveur” in concorso per la sezione 'Landscapes' al 'Nuovi Mondi' Festival.

 

Mario Lorenzini era un operaio, escursionista, cacciatore e membro della comunità Walser piemontese della Valsesia. Negli anni ‘70 compra una cinepresa e inizia a filmare la realtà che lo circonda. Attraverso la sua lente vediamo le stagioni passare a Priami, il suo piccolo paese al confine tra Svizzera e Italia. Mentre con la sua macchina da presa, Lorenzini esplora la sua comunità, nel film emerge un secondo punto di vista che ci dà l’interpretazione del suo mondo, della sua vita e della sua idea di cinema.

Alle 17 a Valloriate / Campo Base proiezione del film “Everest- The Hardy Way” in concorso per la sezione 'Mountain and adventure' al 'Nuovi Mondi' Festival.

È possibile scalare la via più difficile dell'Everest in stile alpino? Chris Bonington, il famoso scalatore inglese, ha chiamato questa via "The Hard Way" e ha dichiarato che è impossibile. Quattro scalatori slovacchi accettano la sfida e nel 1988 affrontano la via più difficile della loro vita, senza alcuna via d’uscita.

Alle 17.45 Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa incontrerà a Valloriate il pubblico per assistere al film “Lacrime di sale” liberamente tratto da un suo libro per la regia di Maurizio Zaccaro, presentato alla 37ª edizione del Torino Film Festival del 2019. Al termine il dibattito sulla più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.

Pietro Bartolo è il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa. Li accoglie, li cura e, soprattutto, li ascolta. Le pagine di “Lacrime di sale” raccontano la sua storia: la storia di un ragazzo mingherlino e timido, cresciuto in una famiglia di pescatori, che si è duramente battuto per cambiare il proprio destino e quello della sua isola. E che, non dimenticando le difficoltà passate, ha deciso di vivere in prima persona quella che è stata definita la più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.

È gelida l’acqua. Mi entra nelle ossa. Non riesco a liberare la stazza dall’acqua. Uso tutta la mia forza e la mia agilità ma la lancia resta piena. E cado. Ho paura. È notte fonda e fa freddo. Siamo a quaranta miglia da Lampedusa e, se non riesco a farmi sentire subito, mi lasceranno qui e sarà la fine. Non voglio morire così. Non a sedici anni. Il panico sta per impadronirsi di me e comincio a urlare con quanto fiato ho in gola, cercando di rimanere a galla e di non farmi trascinare giù da questo mare che ci consente di sopravvivere ma che può anche decidere di abbandonarci per sempre. “Patri” urlo. “Patri.” Lui è al timone e non mi sente. La fine si avvicina, penso. Poi qualcosa accade… Ciò che non potevo sapere allora è che non solo quella notte sarebbe rimasta per sempre impressa nella mia mente ma che la mia esistenza sarebbe stata segnata da un mare che restituisce corpi e vite e che sarebbe toccato proprio a me salvare quelle vite e toccare per ultimo quei corpi

Pietro Bartolo

Medico e politico italiano, europarlamentare dal 2019. È noto soprattutto per essere stato, dal 1992 al 2019, il responsabile delle prime visite ai migranti che sbarcano a Lampedusa. Medico di Lampedusa e Europarlamentare (Vicepresidente della Commissione LIBE e della Delegazione all’Assemblea parlamentare ACP-UE – Membro titolare della Commissione Pesca – Membro sostituto della Delegazione per le relazioni con l’Iraq)

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