Attualità - 08 febbraio 2022, 12:30

Covid, alluvione e scarse precipitazioni non fermano il turismo a Limone: "Ci salvano francesi e monegaschi"

Il sindaco Massimo Riberi plaude agli sforzi dell'intero territorio: "Stiamo facendo i salti mortali, ma i riscontri ci sono. Attendiamo ancora una nuova nevicata"

Foto generica

Foto generica

"L’anno scorso non si poteva sciare e la nostra stagionale 'manna dal cielo' era scesa copiosa, mentre quest’anno ci manca la materia prima e dobbiamo arrangiarci con la neve artificiale. Ma nonostante questa nuova beffa, i turisti non mancano".

C'è soddisfazione nelle parole di Massimo Riberi, sindaco di Limone Piemonte, mentre commenta lo stato dell'afflusso turistico sul territorio. Che, secondo quanto rilevato dal Comune, negli ultimi giorni vede una maggiore presenza di persone in paese e nel centro storico rispetto alle settimane e ai mesi passati: di giorno si scia, di sera si va nei ristoranti a mangiare "a km zero".

A salvare la situazione secondo il primo cittadino l'afflusso di turisti francesi e monegaschi, che si prospetta importante ancora per almeno un paio di settimane, in concomitanza con le loro tradizionali settimane bianche. Che, quest'anno, hanno richiesto loro uno sforzo maggiore: "La pandemia e l'alluvione hanno inciso negativamente sui collegamenti del territorio, questo è chiaro - continua Riberi - , così come la chiusura del Colle di Tenda. Ma nonostante la necessità di percorrere più chilometri del normale, e tutte le difficoltà connesse, i turisti davvero non mancano".

Altro scenario critico, quello collegato alla neve. "Nonostante la carenza le piste sono aperte, grazie ai grossi sforzi messi in campo dalla società degli impianti sull’innevamento artificiale - aggiunge il sindaco - : si può sciare, ma il paesaggio è abbastanza desolante. La seconda nevicata dell'anno non è ancora arrivata ma sembra programmata qualche piccola precipitazione nella notte tra venerdì e sabato, quindi staremo a vedere. Certo è che le attuali condizioni ci impongono di fare i salti mortali per portare vita e frequentazioni sul territorio".

Proprio ieri il nostro giornale ha realizzato un focus sulla carenza di precipitazioni nell'inverno della Granda. Sono ormai due mesi (dall'8 dicembre) che non nevica e lo spessore del manto nevoso - in quello che si configura come uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni - è ridotto del 50% rispetto allo standard.

Un problema che ha risvolti, ovviamente, nell’immediato con l’ingenerarsi praticamente continuo di fronti d’incendio, ma anche a lungo raggio: la scarsità precipitazioni rende complessa la situazione delle riserve d’acqua, che nemmeno una primavera piovosa potrebbe (probabilmente) riportare alla normalità.

Simone Giraudi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU