Schegge di Luce - 25 dicembre 2022, 08:05

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Kenneth Nnadi

Commento del Vangelo della Messa di domenica 25 dicembre, Natale del Signore

La Natività vista dalla disegnatrice braidese Manuela Fissore

La Natività vista dalla disegnatrice braidese Manuela Fissore

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. (Gv 1,1-18)


Oggi, 25 dicembre la Chiesa festeggia il Natale del Signore (anno A, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Kenneth Nnadi, sacerdote salesiano di Bra.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che, insieme alla bella illustrazione dell'artista braidese Manuela Fissore, sono come scintille per accendere le ragioni della speranza. Eccolo, il commento.

Nella Messa del giorno di Natale, la liturgia ci offre il celebre prologo del Vangelo di Giovanni. Un testo piuttosto teologico e solenne nello stile, ma aiuta la nostra meditazione nell’accogliere il meraviglioso messaggio e il vero senso di Natale, evitandone interpretazioni banali. Siamo davanti ad un testo che parla del progetto d’amore di Dio e del suo grande desiderio di relazionarsi con ogni uomo e ogni donna.

Siamo invitati a contemplare la tenerezza di Dio nel più grande mistero del Verbo di Dio incarnato. Non si tratta dell’uomo che è salito al cielo, ma di Dio che nel suo Figlio eterno è sceso ed è entrato nella nostra storia. Questa è la bellezza del Cristianesimo in cui è Dio stesso che cerca l’uomo! Il Verbo che, “in principio, era presso Dio ed era Dio”, non si aggrappa alla sua grandezza e potenza di Dio, ma si svuota della sua gloria, facendosi debole e vulnerabile nel piccolo Bambino di Betlemme. Lui, la Parola, diventa silenzio. Lui, l’onnipotente, diventa fragile. Lui non si impone all’uomo, ma interpella la libertà di ciascuno e ciascuna, proponendosi nella piccolezza e nell’umiltà di un Bambino.

Questo dramma, che ci coinvolge, ci invita a metterci in gioco: ad accogliere o rifiutare la Luce vera che illumina ogni uomo! La nascita di Gesù compie la volontà divina del Padre di farci suoi figli. Lui, Gesù, assume la nostra umanità per donarci la sua divinità: in Lui, Figlio, diventiamo figli, perché “a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. È questo il desiderio più grande di Dio: di donarci la sua vita. Il Natale, dunque, si riassume nel dono: accoglienza o rifiuto. Dio che si dona all’uomo e l’uomo che accoglie o rifiuta il dono. Il Bambino di Betlemme è la Vita stessa, la Luce, la Bellezza, l’Amore: è Dio fattosi uomo. Chi lo accoglie ha la pienezza di vita, la vita eterna, la salvezza! La Parola diventata carne è la dimora definitiva di Dio nella storia umana. Dio dimora in noi, Dio è con noi. Lui, Luce vera, illumina il senso della nostra esistenza (vita, morte, sofferenza, dolore), in Lui è la vita, quella eterna, e in Lui è l’Amore, quello totale e fedele che non ci tradisce mai.

Silvia Gullino

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