Economia - 01 giugno 2023, 07:11

Mercato del vino: Langhe e Roero premiate dai wine lover internazionali per qualità e riconoscibilità

Le denominazioni sono apprezzate all'estero. Le vendite del Barolo all'estero impattano sul fatturato fino all'80%. Il 2023, dopo una leggera frenata, sta facendo registrare significativi aumenti

Matteo Ascheri, presidente Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani

Matteo Ascheri, presidente Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani

2022 e 2023: le vendite di vino sono in aumento ma, rispetto al 2021, c’è una leggera frenata. È quanto riporta lo studio Mediobanca che ha analizzato le prospettive, mettendo il rapporto gli ultimi mesi con i due anni precedenti, e basandosi su 255 realtà imprenditoriali con fatturato superiore ai 20 milioni di Euro.

Andando con ordine, le vendite di vino faranno segnare un +3% nel 2023, così come le esportazioni. Tra i protagonisti le bollicine (+5,2% i ricavi complessivi, +4,2% l’export), senza dimenticare i vini fermi che dovrebbero assestarsi su un +2,8% (+2,9% l’export).

E il 2022? È stato registrato un aumento di fatturato del 10% (media tra il +10,5% sul mercato interno ed il +9,5% all’estero) ma un -7,6% rispetto al 2021.

È stato un 2022 in cui si è ritornati alle consuete abitudini pre-pandemiche per consumi e flussi turistici, fattori che hanno fatto segnare un +19,9% nel canale Ho.Re.Ca., ed un +3,3% nella GDO però in calo rispetto all’anno precedente, anche se del solo 1,7%.

In questo quadro numerico qual è lo stato di salute del Piemonte? Nel 2021 la nostra Regione è leader per il miglior Roi (Tasso di rendimento sul totale degli investimenti) pari all’8,9%, e le aziende si confermano come grandi esportatrici di vino con una percentuale del 68,9 del fatturato. Sul 2023, sempre per la nostra Regione, le prospettive parlano di un +6,1% sul 2022.

«Qualità, riconoscibilità e tanto lavoro per far fronte alle situazioni. Se guardiamo al nostro territorio - afferma Matteo Ascheri, il presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani - possiamo dire che questi sono tre fattori importanti che hanno portato, anche in questi ultimi anni segnati dalla pandemia finalmente finita, e da eventi mondiali in corso, ad un aumento delle vendite, con incrementi all’estero.
Se guardiamo a questa situazione, ad esempio le vendite del Barolo a livello internazionale incidono per più dell’80% sul fatturato delle cantine che lo producono, senza dimenticare quanto il comparto in generale sia in salute.

Un contesto che non nasce dal caso: essere fortunati a vivere e lavorare in una zona come Langhe e Roero, è anche una responsabilità, e devo dire che i produttori ne sono consapevoli e puntano sempre di più a valorizzare le varie denominazioni.  
Se guardiamo all’andamento del mercato, il 2021 è stato un anno di boom di vendite, oltre le aspettative, il 2022 è stato in linea, ed entrambi gli anni hanno “svuotato le cantine”. I primi tre mesi del 2023 sono stati segnati dalla situazione a livello mondiale, tra la guerra in Ucraina che continua, i costi energetici che comunque non sono ancora tornati al periodo pre pandemia, i tassi di interesse, la speculazione, ma, nonostante  un piccolo rallentamento, da aprile si sta crescendo nuovamente.

In generale siamo fiduciosi perché abbiamo lavorato bene in passato per metterci in condizioni ottimali per rispondere alle difficoltà eventuali, grazie alla qualità ed alla riconoscibilità dei nostri vini, due aspetti premiati dal consumatore.
E non dimentichiamo che nel prossimo futuro le tendenze salutistiche condizioneranno sempre di più il mercato: basti pensare alla consapevolezza nel consumo delle bevande alcoliche, un mondo in cui i nostri grandi vini sono da posizionare tra i piaceri della tavola, per il loro valore culturale, storico e per il loro ruolo sociale che sanno esprimere».

Livio Oggero

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