Attualità - 27 giugno 2023, 17:20

Biodigestore di Borgo: Cuneo programma un nuovo incontro d'analisi del progetto

Ieri sera (26 giugno) la discussione in consiglio comunale ha visto sostenitori e contrari a confronto. Pellegrino provoca Armellini e Lauria: "Andate a studiare"

L'ultima commissione consiliare in cui si è discusso di biodigestore (archivio)

L'ultima commissione consiliare in cui si è discusso di biodigestore (archivio)

Le ragioni del sì e del no rispetto al progetto di ampliamento del sito borgarino di San Nicolao – con l’implementazione del biodigestore nella struttura già esistente – hanno tenuto nuovamente banco nel consiglio comunale di Cuneo, all’interno della serata di ieri (lunedì 26 giugno).

A proporre la discussione Franco Civallero (FI), che ha chiesto alla sindaca di confermare nuovamente il proprio accordo all’iniziativa agendo in maniera forte – vedasi, legale – contro il ricorso al TAR presentato da Borgo San Dalmazzo: “Il progetto, secondo noi, è di importanza fondamentale, specie dopo che la Regione ha approvato il nuovo piano dei rifiuti nel quale si promuove prioritariamente la valorizzazione e la riconversione dell’impiantistica di trattamento già esistente sul territorio regionale” ha sottolineato Civallero.

Nell’illustrazione tecnica dei progettisti non sono emerse criticità sotto alcun punto di vista – ha aggiunto il forzista - mentre enormi sono i costi di gestione e ammodernamento da eseguire sull’impianto attuale per mantenerlo funzionante, costi che graverebbero in toto sulle tasche dei cittadini. Insomma, non vediamo nelle ragioni del no altro che un accanimento ideologico motivato solo dalla miope ricerca di consenso elettorale”.

La sindaca si è detta però contraria al sottostare alle richieste del consigliere comunale - “un’impostazione dialettica che non mi appartiene e che credo non sia utile al prosieguo della discussione” - , chiedendo ufficialmente la convocazione di una commissione consiliare di approfondimento incentrata sul progetto.

"Tanti i vantaggi ambientali e scarsi i costi. Perché rinunciare?"

A schierarsi in accordo con Civallero sono stati i consiglieri Noemi Mallone (FdI) e Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica).

Più volte ci siamo espressi favorevolmente al progetto, che crediamo virtuoso e scaturito da una visione lungimirante – ha chiarito Mallone, sostenuta proprio da D’Ulisse, che ha ricordato la posizione favorevole di Legambiente alla struttura del biodigestore in senso generale - : in un momento in cui siamo tutti così attenti alla tutela dell’ambiente ci sembra giusto sostenere un progetto che, tecnicamente, presenta solo vantaggi a livello ambientale”.

Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), invece, ha sottolineato la propria contrarietà alla scelta di ubicare il biodigestore nel sito già compromesso e non centrale di San Nicolao.

Pellegrino provoca Armellini e Lauria: bagarre in consiglio

Vincenzo Pellegrino si è scagliato contro i latori di dissenso: “Molti di quelli che dicono no guardano a una città utopistica, senza rifiuti. La realtà è che non sappiamo di quanto diminuirà il costo dei rifiuti dopo la costruzione dell’impianto, ma non sappiamo nemmeno di quanto aumenterà se non lo facciamo, per non parlare in questo secondo caso dei 18 anni di costi che dovremmo sopportare per chiudere il sito”.

Non si tratta di un grande impianto, ma di una struttura a misura di bacino e l’attuale presidente Acsr Forneris (nominato da Borgo San Dalmazzo ‘per dire no’ e poi ravvedutosi) sarebbe il miglior ambasciatore della sua bontà: quando verrà realizzato, e lo sarà, sarà utile a tutto il territorio” ha concluso Pellegrino, invitando poi i consiglieri contrari – nello specifico, seppur non citati pubblicamente, Paolo Armellini (Indipendenti) e Beppe Lauria – ad “andare a studiare” (un consiglio provocatorio, che i due hanno accolto con profonda animosità).

Non sono aprioristicamente contro il biodigestore ma questa progettualità non mi convince – ha detto proprio Lauria - ; stiamo ragionando senza un presidente di Acsr ‘di ruolo’, quando il prodotto potenzialmente conferito non pare sufficiente al funzionamento dell’impianto. A fronte di questo, credo serva un nuovo confronto con la progettazione”.

In totale accordo l’Indipendente: “Dietro alla contrarietà al biodigestore c’è un’opinione supportata da pareri tecnici seri, prima di tutto. La necessità di riqualificare l’impianto deve passare da un progetto diverso, che risponda a esigenze ambientali e di salute e soprattutto dimensionato rispetto al bacino del CEC. Inoltre, la lavorazione richiede un consumo di acqua cinque volte superiore a quella attuale, e non mi pare il caso visto il momento storico che stiamo vivendo: insomma, stiamo pensando di costruire una piscina senza le tubature per riempirla”.

Simone Giraudi

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