Attualità - 09 ottobre 2023, 13:32

Cuneo, nuovo ospedale: “Cirio ‘Pinocchio’ in cabina di regia. Non esiste nessun ‘piano B’”

Stamani la conferenza in cui Sturlese, Bongiovanni e Boselli hanno commentato il risultato della cabina di regia della scorsa settimana. Strali nei confronti della Regione e rimbrotti alla sindaca, colpevole di sottostare (ancora) al ‘gioco delle tre carte’ di Cirio e Icardi

Da sinistra: Claudio Bongiovanni, Ugo Sturlese, Giancarlo Boselli

Da sinistra: Claudio Bongiovanni, Ugo Sturlese, Giancarlo Boselli

Se l’iter di realizzazione del nuovo ospedale unico della città di Cuneo fosse una fiaba o un romanzo il titolo del capitolo scritto nella giornata di mercoledì 4 ottobre – con la cabina di regia tenutasi in Prefettura, alla presenza della governance regionale e di tutte le autorità coinvolte – sarebbe: “Pinocchio e il kamikaze” (ovvero il presidente della Regione Alberto Cirio e il commissario dell’Aso Livio Tranchida). Almeno secondo i gruppi consigliari di Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti, riunitisi nella mattinata odierna in conferenza stampa ufficiale nel municipio della città capoluogo.

L’accostamento arriva dal decano del consiglio comunale, il capogruppo dei Beni Comuni Ugo Sturlese: “Il ritardo per la conferenza dei servizi, l’unico appuntamento utile e rilevante perché ufficiale al di là dei pochi momenti, irrituali, a cui ci ha abituato la Regione, è di otto mesi e non tre come dichiarato dal presidente Cirio. Più che la faccia, ci ha messo il naso”.

Sturlese: “La Regione non smette con il gioco ‘delle tre carte’”

L’incontro era stato comunicato nella scorsa settimana, a poche ore dall’avvenuta cabina di regia. Ovvio, quindi, che i tre capigruppo volessero commentare gli aggiornamenti prodotti in quell’occasione dal governatore ma soprattutto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Un ritardo che è stato venduto come funzionale alla realizzazione di rilievi, e per evitare di fare come ad Alba e metterci vent’anni ad avere un nuovo ospedale – ha commentato ancora Sturlese - . Ma nel concreto il commissario-kamikaze Tranchida ha proposto ben 31 modifiche, che  dovranno essere valutate, integrate nel progetto e quindi riproposte. Il tutto davanti ai costi esagerati, per l’azienda ospedaliera, del progetto di partenariato pubblico-privato e al rischio serio che la nomina di uno dei soggetti che dovrebbero apporre la firma sul progetto definitivo venga ritirata, invalidando gli atti”.

Fin dall'inizio avevamo indicato i pericoli del ‘gioco delle tre carte della Regione’, atto a intralciare lo sviluppo della sanità cuneese – ha detto Sturlese - . A questo punto ci oltraggia a maggior ragione la scelta della maggioranza e della giunta di un rifiuto totale della possibilità di ampliare la struttura del S. Croce, per la quale sono già stati stanziati 148 milioni di euro, più ulteriori sette. Non esiste un ‘piano B’ dato che gli ospedali di Cuneo e Alessandra sono stati esclusi dal canale di finanziamento con fondi INAIL”.

Bongiovanni: “Il ‘piano B’ non esiste. E la sindaca l’ha accolto con entusiasmo”

Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) evidenzia come gli ultimi incontri – sostitutivi, ma non a livello ufficiale, della conferenza dei servizi – non abbiano fatto altro che lanciare segnali ambigui e creare ancor più confusione. “La Regione sostiene che l’ospedale sarà pronto ‘chiavi in mano’ nell’estate 2029 – ha detto - . Ci permettiamo di dubitarne, ma faccio comunque loro i miei migliori auguri”.

Si continua a proporre il partenariato pubblico-privato come soluzione più vantaggiosa ma nessun commento è arrivato sulle cifre che abbiamo presentato in passato – ha aggiunto - : si parla di 55 milioni di euro di canone annuo, con costi di gestione di circa 10 milioni, e i costi saranno sicuramente già aumentati: com’è stata assicurata la stabilità economica dell’opera? Capiamo che in periodo di elezioni promettere cose mirabolanti invece di evidenziare problemi sia più facile e conveniente”.

Ancora Bongiovanni: “La sindaca ha accolto con grande entusiasmo un ‘piano B’ che in realtà non esiste, ma gli elementi sono chiari e tutti sul tavolo: il problema è il partenariato di per sé, che in origine era davvero il ‘piano B’ (almeno fino a quando non è diventato il ‘piano A’). Nell’incontro tra capigruppo di giovedì, al quale parteciperanno anche Cirio, Icardi e Tranchida, ci aspettiamo com’è nostro diritto di visionare dati e progetto altrimenti sarà inutile. E una mera sponsorizzazione elettorale atta a far perdere altro tempo”.

Boselli: “La sindaca, debole, imbarazza il suo stesso partito”

A chiusura dell’incontro l’intervento del capogruppo Indipendente. “La domanda è: perché si preferisce il partenariato pubblico-privato, specie davanti a evidenze economiche mai contestate? Per spendere di più? Un meccanismo che può anche far comodo, comprensibilmente, specie se il soggetto privato è recentemente balzato agli onori delle cronache nazionali”.

La questione, però, ha risvolti politici davvero molto importanti – ha continuato Boselli - . Grave l’atteggiamento della sindaca: nel contesto attuale non possono bastare le rassicurazioni, accontentarsi è segno di debolezza. Debolezza riconfermata anche dalle esternazioni che Centro per Cuneo, gamba importante della maggioranza comunale, ha fatto proprio nel giorno della cabina di regia. C'è imbarazzo serio e profondo, ormai su tantissime questioni; la sindaca imbarazza il Partito Democratico a livello almeno provinciale e regionale, usando la questione del ‘piano B’ come ombrello protettivo quand’è in realtà una formula senza un significato concreto. Se Tranchida non firma il partenariato non è che si passa senza soluzione di continuità al finanziamento con fondi pubblici; si dovrà ripartire da zero, innescare la procedura Inail che partirebbe solo nel momento in cui si presenta un progetto cantierabile, quindi rifare il progetto e poi sperare ci siano ancora i fondi”.

Dall'incontro di giovedì non mi aspetto molto – ha concluso l’Indipendente - . Ci saremo, l'abbiamo sollecitato sin dall'inizio, ma la mia impressione è che trincerandosi dietro presunti motivi di segretezza non si daranno nuove informazioni sostanziali. Inoltre, l'incontro è riservato ai capigruppo quindi ‘a porte chiuse’, l’ennesimo modo per evitare confronti e trasparenze”.

Simone Giraudi

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