Schegge di Luce - 06 gennaio 2024, 07:36

SCHEGGE DI LUCE / Pensieri sui Vangeli festivi di monsignor Luigi Mansi

Commento al Vangelo del 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore

Il presepe allestito in una corsia dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno

Il presepe allestito in una corsia dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese (Mt 2,1-12). 

Oggi, sabato 6 gennaio, la Chiesa celebra la solennità dell’Epifania del Signore (Anno B, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria in Puglia. Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Si usa dire che la festa dell’Epifania chiude il ciclo natalizio. E invece dobbiamo dirci che oggi il mistero natalizio si apre ad una significazione universale, si tratta, infatti di una festa dal forte significato missionario.

Se finora tutto il mistero si è realizzato all’interno del mondo ebraico, Betlemme, il censimento, i pastori, ora invece con l’arrivo dei Magi si vede chiaramente che questo mistero non può rimanere chiuso soltanto ad un popolo, ad un luogo del mondo, ma è un mistero aperto per tutti, tanto è vero nel salmo responsoriale recitiamo il ritornello: «Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra».

Il profeta Isaia nella prima lettura invitava Gerusalemme: «Alzati, rivestiti di luce perché alla tua luce cammineranno i popoli, tutti i popoli». Ebbene, allora il primo significato da cogliere nella festa dell’Epifania è proprio questo, d’altra parte la parola epifania vuol dire rivelazione, manifestazione, un Gesù che non rimane chiuso nel buio, nel freddo e gelo di un rifugio di fortuna, ma che viene ad illuminare tutti i popoli. Proviamo a chiederci: Chi erano i vicini allora? Erano gli abitanti di Betlemme, ma nessuno si accorse di niente. E altrettanto a Gerusalemme, che era a due passi. E così pure tutte le autorità, a cominciare dal re Erode: neanche loro si sono accorti di niente.

E infatti, quando sono arrivati i magi, ci ha detto il testo evangelico, chiedevano in giro, a Gerusalemme: «Dove è nato il re dei Giudei? Dove si trova?». E Matteo che racconta ci ha detto: «A quelle parole il re Erode rimase turbato e con lui tutta Gerusalemme».

I vicini o non se ne accorgono proprio o nel migliore dei casi rimangono turbati, disturbati, perché sono venuti a sapere che è arrivato un re e loro non ne sapevano niente. Invece i lontani, i magi si sono messi in cammino da lontano. Ecco, la differenza non è la collocazione geografica. Vicino e lontano è una qualità del cuore, dell’anima, per cui, oggi con il vangelo in mano ci tocca dire che vicini erano i magi che venivano da lontano, ma che con umiltà si erano messi in cammino con l’ansia della ricerca nel cuore, la loro era ricerca della verità, della luce; i vicini invece sono i veri lontani. Erode, con tutti i suoi esperti, che perfino gli citano la Bibbia: «C’è scritto. A Betlemme di Giudea».

Non è che può succedere pure a noi la stessa cosa? La parola di Dio la conosciamo, la ascoltiamo ogni domenica, alcune pagine quasi le conosciamo a memoria, ma non è che proprio noi siamo lontani, lontani con la mente, con il cuore, con la vita da quel Gesù che pur diciamo di conoscere, di adorare, di onorare in Chiesa con le nostre pratiche religiose? La domanda di fondo di oggi dunque è questa: ma noi siamo vicini o siamo lontani? Siamo cristiani battezzati, cresimati, sposati in Chiesa, ma… siamo vicini o siamo lontani da Gesù, dalla sua parola, dal suo vangelo? I lontani, quelli che noi giudichiamo tali, che magari non hanno la fede o non sono praticanti, siamo proprio sicuri che siano lontani? Non è che per caso, talvolta ci troviamo di fronte a persone che, pur catalogati lontani, si rivelano poi molto più vicini nel cuore al Vangelo di Gesù?

Pensiamo ai Magi: misteriosi personaggi che si sono messi in cammino da lontano e sono andati alla ricerca. Pur essendo uomini sapienti, la loro sapienza non li ha chiusi nell’orgoglio. La vera sapienza si sposa alla perfezione con tanta, tanta umiltà. Il vero sapiente non è colui che sa tutto, ma è colui che è convinto che ciò che sa è niente in confronto alla vita, al mondo e alla storia e che quindi, pur sapendo tanto, ha sempre voglia di capire e si mette in discussione, si mette in cammino e sa cercare, sa chiedere anche consigli con umiltà. I magi ci danno questa lezione: lezione di umiltà; sono stai uomini capaci, in base soltanto ad una intuizione, di fare un cammino lungo, faticoso ma sono andati, non hanno cacciato questo pensiero come una cattiva tentazione, non si sono lasciati vincere dalla pigrizia e, forse è il caso di dire che la pigrizia è amica intima dell’orgoglio; quando uno è orgoglioso è anche pigro, vuol dire che non ha voglia di imparare e ritiene di star bene così.

Poi ancora questi misteriosi magi vanno da Gesù e gli portano dei doni simbolici: oro incenso, mirra. Attraverso questi doni essi dichiarano la fede senza sapere nulla; soltanto in base a un impeto del cuore, dichiarano la fede in chi è quel bambino che loro sono andati a trovare. L’oro: è un re, anche se quando poi morirà non avrà sul capo una corona d’oro, ma una corona di spine. L’incenso: è un Dio, quel bimbo è Figlio di Dio. La mirra: profumi preziosi che già fanno intravedere il destino di morte a cui sarà sottoposto questo bimbo quando diventerà grande, i profumi con cui andranno le donne a ungere il corpo di Gesù ma non lo trovano più, perché nel frattempo Gesù è risorto.

E infine un’ultima riflessione. Erode dice ai magi: «Andate, poi tornate e ditemi dove sta perché anch’io voglio andare ad adorarlo». Ci dice il Vangelo che i magi, invece, avvertiti in sogno non andarono da Erode, ma per un’altra strada tornarono ai loro paesi. Credo che anche noi dovremmo avere il coraggio qualche volta, quando usciamo di chiesa, di prendere altre strade, strade nuove che sa inventare la fede, la fantasia, il coraggio di chi ha capito chi è Gesù e non può tornare a fare le stesse cose di prima, si decide a cambiare per altre strade.

Ecco, voglio augurarmi che tutti oggi sapremo tornare alle nostre occupazioni di sempre per altre strade, strade nuove, strade che davvero danno un volto nuovo alla nostra umanità. Ne abbiamo davvero tanto bisogno!

Silvia Gullino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU