Attualità - 08 marzo 2024, 11:50

A Cuneo il corteo di Non Una di Meno: “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!” [VIDEO]

Oggi (8 marzo), da corso Nizza al Viale degli Angeli, fino al Parco della Resistenza, la manifestazione in occasione della Festa delle Donne

A Cuneo il corteo di Non Una di Meno: “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!” [VIDEO]

Insieme siamo più forti, non è solo uno slogan. Quanto valgono le nostre vite? Quanto valgono le vite di tutte quelle soggettività che non rientrano nel progetto ‘Dio, Patria e Famiglia’ di questo Governo? Quanto vale il nostro tempo e il lavoro che in quel tempo siamo in grado di svolgere? Poco. Quasi niente per coloro che ci sfruttano e ci opprimono. Tantissimo per noi che vogliamo tornare a urlare: se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!

Un grido, forte, che ha risuonato nella mattinata di oggi (venerdì 8 marzo) lungo l’asse centrale di corso Nizza a Cuneo, in occasione dello sciopero e della manifestazione di protesta con corteo indetti per celebrare la Festa della Donna dal coordinamento di Non Una di Meno.



Scioperare l’8 marzo significa mostrare come l’ascesa delle destre in Italia e a livello globale abbiano reso ancora più dure le politiche familiste, razziste e nazionaliste che alimentano sfruttamento e violenza – hanno detto le intervenute, microfono in mano - . Lo vediamo nelle misure del Governo che estende i contratti precari, in un paese in cui gli stipendi medi riferiti all’inflazione non aumentano da 20 anni. Lo vediamo nell’erosione del welfare e nello smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, nella chiusura dei consultori pubblici e nello sgombero di quelli autogestiti, nella cancellazione del reddito di cittadinanza la cui platea era a maggioranza femminile, nella costante precarizzazione abitativa, nella difficoltà di accesso ai servizi e nel sovraccarico del lavoro di cura gratuito e malpagato”.

Lo vediamo nelle politiche sessiste e razziste per la natalità del Governo, che spingono le donne “bianche e italiane” a fare figli per la patria, quando una madre su 5 è costretta a lasciare il posto di lavoro dopo il primo figlio non riuscendo a conciliare ritmi familiari e lavorativi, mentre le famiglie omogenitoriali vengono discriminate e attaccate. Lo vediamo nelle linee guida di Valditara sull’educazione, che riproducono un sapere patriarcale e coloniale, e nella scuola del merito che trasforma il diritto allo studio per tutti in un privilegio per pochi mentre vengono precarizzate sempre più le condizioni lavorative di maestre, insegnanti, ricercatori e docenti”.

Il corteo, dopo aver raggiunto piazza Galimberti, si è spostato sul Viale degli Angeli e ha terminato la propria attività al Parco della Resistenza.

Simone Giraudi

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