Lo scorso 5 aprile, presso la Casa circondariale di Cuneo, un detenuto ha distrutto, causando ingenti danni, la quarta sezione detentiva provocandosi delle ferite da taglio.
A renderlo noto le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UIL PA, CISL FNS e CGIL FP, che definiscono il Cerialdo "una babilonia".
Il detenuto pretendeva di essere trasferito nella seconda sezione come pattuito, a suo dire, con gli educatori. I pochissimi poliziotti penitenziari hanno lavorato ininterrottamente dalle 8 del mattino fino alle 21.30 di sera; alcuni di loro, poi, sono rientrati per espletare il turno notturno in ragione del pochissimo personale presente.
Nel frattempo, altri detenuti hanno appiccato fuoco ai materassi e a una coperta; nella notte tra il 5 e il 6 aprile, presso il reparto isolamento, i detenuti hanno invece allagato il reparto per protesta.
Nella mattinata del 6 aprile, un detenuto ristretto in isolamento ha chiesto di andare all’aria, ma una volta uscito dalla cella si è rifiutato di rientrare.
A fronte di tutta questa confusione e drammatica situazione, i sindacati evidenziano come al Cerialdo si operi in assoluta emergenza, "senza direttive e abbandonati totalmente a se stessi, senza alcun supporto dei vertici di comando".
"Il carcere di Cuneo è completamente allo sfascio: hanno totalmente abbandonato la Polizia penitenziaria, che si farà sentire con proteste già programmate. Chiediamo pertanto l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: dichiari lo stato di emergenza delle carceri".