Attualità - 13 maggio 2025, 15:17

Bitumificio Bene Vagienna, il comitato “Per il Bene Comune”: “Il progetto della ditta Itinera spa appare pieno di criticità, carente e incompleto in molti aspetti”

L'analisi punto per punto del gruppo dei contrari alla realizzazione dell'opera

Per la ditta Itinera che il 7 marzo ha depositato in Provincia la relazione di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale (VIA) relativa all’installazione di un NUOVO impianto di produzione di conglomerati bituminosi in fraz. Buretto a Bene Vagienna, “l’impatto è quasi nullo”.

Peccato che, anche se si sostiene che “l’area d’interesse si trova fuori dal contesto urbano”, nell’immediata vicinanza si trovi un’intera borgata (ben 60 case!).

L’Asl Cn1 dipartimento di prevenzione sottolinea nelle proprie osservazioni alla Provincia: “si rileva che, sebbene l’area di progetto insista in zona produttiva, nelle immediate vicinanze dell’insediamento sono presenti alcune abitazioni civili e poco oltre una piccola frazione a carattere residenziale (fraz. Buretto di Bene Vagienna) e che l’attività prevista è ricompresa tra le industrie insalubri di 1 classe di cui al DM 5/09/1994”.

Si legge sempre nell’istanza Itinera che l’area scelta “insiste in un contesto industriale” di cui però resta un’unica fabbrica artigianale e un complesso (ex Ceramiche Benesi) ormai smesso da più di 30 anni e attualmente in vendita.

Nell’elenco dei confini viene specificato che confina sui lati nord ed est con aree agricole e residenziali, a sud con la SP 206 e con un’attività industriale, ad ovest con un’altra attività industriale”. Per chi non è pratico della zona, individuata da Itinera come “ideale” per le proprie finalità economico-produttive e logistiche, non è chiaro che tale zona si trovi A RIDOSSO DELLE CASE e sulla collina più alta e più panoramica di Bene Vagienna, in quella che è sì zona agricola ed industriale ma inattiva da 30 anni, ad eccezione di un’unica fabbrica, in realtà a carattere artigianale.

Ci viene spontanea una domanda che peraltro ritroviamo nelle osservazioni presentate in Provincia dall’ufficio Tutela del Territorio: “perché realizzare un NUOVO impianto per la produzione di conglomerato bituminoso al servizio della rete autostradale, a fronte della presenza di UN IMPIANTO ANALOGO autorizzato in capo alla ditta stessa ed in esercizio presso il comune di Castelletto Stura, a circa 20 km di distanza da quello in progetto?

Ci chiediamo perché CONSUMARE ALTRO SUOLO quando esiste già a soli 20 km di distanza un altro impianto sempre di Itinera che ha sbocco diretto all'autostrada, si trova in una zona non particolarmente panoramica denominata “basse di Stura” e comunque lontano dal centro abitato?

Anche l’Arpa si esprime così nelle sue osservazioni alla Provincia: “quanto in progetto determinerà un nuovo consumo di suolo, pari a poco più di 5 ettari, su un’area ricadente nella 3 classe di capacità d’uso, in contrasto con gli obiettivi e gli orientamenti nazionali in materia, che prevedono una RIDUZIONE o L’AZZERAMENTO DEL CONSUMO NETTO DI SUOLO entro il 2030

Ci chiediamo come si fa a considerare IRRILEVANTE e NON SIGNIFICATIVO l’impatto rispetto al clima, alle acque, all’acustica, al traffico, all’ambiente circostante, alle caratteristiche paesaggistiche dei luoghi, alla flora e alla fauna locale.

La CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) di Fossano considera nelle sue osservazioni che “l’impatto di questa grande opera creerà notevolissime criticità per le molte imprese agricole e la sua realizzazione comporterà notevoli danni e limitazioni allo sviluppo delle stesse…Nell’area della frazione di Buretto e dintorni sono insite una serie di colture che hanno un’enorme importanza economico-sociale sul territorio. Sono colture cerealicole intensive, orticole intensive, frutta e colture foraggere…sicuramente sarebbe uno SCHIAFFO ALLA POVERTA’ dare terreni produttivi al cemento per semplice comodità di dare servizi non indispensabili, specie quando vi è altra possibilità di progettazione e quando non vi è richiesta dall’utenza, ma solo per mera opportunità commerciale”.

Lo stesso tema è sottolineato nelle osservazioni alla Provincia da parte della Coldiretti di Cuneo, “l’area oggetto della presente proposta progettuale insiste sì in un contesto industriale ma…si inserisce in un areale agricolo, dove tra l’altro si produce il rinomato Vitellone piemontese della coscia IGP…L’attività di frantumazione/disgregazione e di vagliatura per la produzione del rifiuto del conglomerato unitamente al traffico veicolare (13 bilici g.no per 250 gg lavorativi/anno) saranno fonte certa di un significativo impatto acustico…e costituiscono fonti aggiuntive di inquinamento atmosferico”.

Come evidenziato nelle numerose osservazioni il progetto della ditta Itinera spa appare pieno di criticità, carente e incompleto in molti aspetti.

Come precedentemente accennato il sito proposto è situato su un altopiano con elevato impatto paesaggistico che visualmente deturperebbe la vista sulla pianura benese, visibile da tutta l'area circostante, compresa quella archeologica dell'antica Augusta Bagiennorum. Questo in palese contrasto con gli indirizzi e gli ordinamenti strategici del P.P.R. del Piemonte dove si afferma “ la valorizzazione e tutela degli scorci panoramici fruibili dalle superfici a terrazzo e delle stesse aree di terrazzo, nonché contenimento degli interventi sugli stessi; salvaguardia e valorizzazione degli aspetti di panoramicità regionali e locali, con particolare attenzione degli spazi aperti che consentono la percezione in profondità del territorio”. Dall'area infatti oltre che sulla pianura, si ha un'ampia vista sulle Langhe e sull'arco alpino occidentale. Il progetto sostiene che la zona è pianeggiante ma in realtà sul lato nord-est presenta dei declivi dove le acque di superficie scorrono e scendono in modo costante, soprattutto durante i periodi piovosi. Inoltre non è da sottovalutare che sul lato nord scorre il rio Fossalasso, area in cui dovrebbero essere posizionate, secondo il progetto della ditta Itinera, le vasche di laminazione. Va anche sottolineato che, da un punto di vista idrogeologico, il rio Fossalasso agisce da collettore e agente drenante di tutto il bacino e le sue acque si gettano nello Stura di Demonte nei pressi di Cherasco.

Il progetto inoltre interferisce con l'identità storica locale ancora presente e riscontrabile nella vicina chiesa medioevale di San Giacomo dei passeri , testimonianza del passaggio dei pellegrini diretti a Santiago di Compostela, appartenuta all'ordine dei frati ambrosiani residenti sin dal 1300 in quest'area detta del Piambosco. L'edificio religioso, di importanza turistico-culturale, rischierebbe di essere danneggiato dalle vibrazioni causate dal passaggio dei mezzi pesanti e dalle fasi di lavorazione per la produzione del conglomerato bituminoso, oltre che dall'impatto visivo discordante che l'impianto produttivo avrebbe su tutta l'area. 

Va inoltre rimarcato che il punto 8.9 del capitolo sul paesaggio del progetto della ditta Itinera spa tratta in modo sbrigativo e senza alcun approfondimento metodologico gli ecosistemi dell'area. Non vi è alcun riferimento alla biodiversità esistente, ai corridoi faunistici, alle specie animali ospitate, quasi si trattasse di un'area sterile, esattamente il contrario della situazione reale. Infatti questo ambito territoriale fa parte della zona di ripopolamento faunistico “ZRC” (Salmour-Bene Vagienna), nella quale vengono tutelate specie come lepre, fagiano, starna, pernice rossa e altre. Allo stesso modo non si fa accenno alla flora esistente. Inoltre non sono state fatte indagini geognostiche in grado di esaminare le condizioni del sottosuolo, questo anche per accertare le condizioni di stabilità dell'intera area.

Quanto sopra esposto è anche supportato delle osservazioni di cittadini, comitati, associazioni ambientaliste e enti istituzionali pubblicate sul sito della provincia al seguente link : https://vfs.provincia.cuneo.it/?page_id=151410.

Per tutte queste motivazioni si ritiene necessario optare per l'unica alternativa possibile prevista dalla legge, l'opzione “0”, ossia la non realizzazione dell'opera.

c.s.

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