Attualità - 14 maggio 2025, 07:05

Il ddl sul tartufo approda oggi in Commissione ad Alba: “Ignorata la specificità del bianco, è un errore trattarlo come una coltura”

Il Consiglio comunale pronto a invitare il Parlamento a tutelare la biodiversità, la cultura e la filiera del tartufo bianco pregiato

Il ddl sul tartufo approda oggi in Commissione ad Alba: “Ignorata la specificità del bianco, è un errore trattarlo come una coltura”

Sarà discusso oggi,  mercoledì 14 maggio, in seconda Commissione consiliare ad Alba, il disegno di legge sul tartufo attualmente in esame al Senato, che punta ad aggiornare la normativa nazionale del 1985. La questione approda ufficialmente anche nel dibattito albese, con un ordine del giorno promosso congiuntamente da maggioranza e minoranza, che invita la Giunta a farsi interprete presso i parlamentari del territorio delle esigenze legate al tartufo bianco pregiato.

Il disegno di legge 1412, presentato come primo firmatario dal senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, (Lega) (nella foto sotto) mira a una armonizzazione con le direttive europee e alla regolazione del settore tartuficolo in tutta la sua filiera. Ma proprio da Alba, cuore pulsante del tartufo bianco, emergono forti perplessità.

A parlare è l’assessore all’Ambiente e all’Agricoltura Roberto Cavallo (nella foto sotto), che ha elaborato una serie di emendamenti tecnici trasmessi nei mesi scorsi all’Associazione Nazionale Città del Tartufo, poi ufficialmente condivisi. “Il testo in discussione ignora completamente le differenze tra il tartufo nero e quello bianco – osserva Cavallo –. Non si può trattare allo stesso modo un prodotto coltivabile, trasformabile e conservabile come il nero, e un prodotto come il bianco, che si raccoglie solo in natura, si consuma fresco e non può essere conservato né trasformato”.

Cavallo evidenzia con forza il rischio di una standardizzazione normativa dannosa per l’ecosistema delle Langhe: “Ridurre l’approccio al tartufo a un’impostazione esclusivamente agronomica, significa negare la funzione ambientale e culturale del tartufo bianco. Nelle nostre colline il tartufo bianco cresce dove il bosco è ancora intatto, dove l’equilibrio naturale è rispettato. È un indicatore della qualità del paesaggio, della biodiversità”.

Sotto osservazione anche il tema della commercializzazione: “Nel momento in cui si equiparano i due prodotti – spiega – si apre la porta a dinamiche che rischiano di penalizzare l’autenticità. Le regole oggi in discussione sembrano disegnate per facilitare chi trasforma, conserva e vende prodotti a base di tartufo nero. Ma il bianco non si può trattare allo stesso modo: va tutelato nella sua integrità”.

Altro fronte è quello della calendarizzazione della raccolta: “Oggi ogni Regione stabilisce una data diversa. In alcuni casi – osserva Cavallo – si assiste a una sovrapposizione temporale tra territori, che può generare ambiguità. Se in Piemonte la raccolta inizia a ottobre e in altre zone si può iniziare qualche giorno prima, il rischio è che un visitatore trovi tartufi in vendita in anticipo, magari non piemontesi, ma proposti in contesti che fanno leva sull'immaginario albese”. Da qui la proposta: “Per il bianco servirebbe un calendario nazionale condiviso, che tuteli la qualità e protegga anche l’onestà commerciale”.

Nella stessa direzione, Cavallo segnala l’assenza nel testo di ogni riferimento alla distinzione normativa tra pezzi, tritume e tartufi interi, come invece previsto dalla legge attuale: “Eliminare questo passaggio significa compromettere la trasparenza per chi acquista. Non si può permettere che segmenti di prodotto vengano mescolati e venduti senza dichiarazione chiara della specie d’origine”.

Infine, una riflessione culturale e politica che attraversa tutta la posizione del Comune di Alba: “Il tartufo bianco non è solo economia: è cultura, è biodiversità, è identità. Dimenticarlo vuol dire tradire ciò che ha reso unica nel mondo la nostra filiera. Il Consiglio comunale di Alba, con questo atto unitario, manda un segnale forte: difendere la natura del nostro tartufo è una priorità per tutta la comunità”.

Daniele Vaira

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