Se non avesse il sapore di un ossimoro, tutto da ridere, si potrebbe affermare che la partita dei Parchi piemontesi è ancora… in alto mare. Una questione che sta stressando non poco il presidente della giunta regionale Alberto Cirio, cui compete la nomina tramite decreto, il quale, non per nulla, sta ancora traccheggiando.
Sono prossimi alla scadenza i sei mesi di commissariamento oltre i quali – secondo la normativa – gli attuali commissari non possono andare. Ragion per cui o Cirio procede con le nomine dei presidenti – è passato un anno dall’insediamento della nuova giunta regionale – oppure dovrà designare altri commissari per altri sei mesi.
Va detto che l’intera partita delle nomine delle società partecipate dalla Regione si sta rivelando quanto mai complicata, ma quella dei Parchi – se possibile – si sta incarognendo più delle altre. I partiti della maggioranza di centrodestra sono divisi, così come lo sono i territori: aspetti che, insieme a ricorsi e veti, rendono accidentato il percorso di individuazione dei nuovi vertici. Non contribuisce alla semplificazione nemmeno lo “spezzatino” deciso ad inizio della legislatura su Parchi e Aree Protette, le cui competenze sono state divise tra i due assessori cuneesi Marco Gallo (Lista Cirio) e Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia).
Si racconta di forti tensioni, nelle scorse settimane, che avrebbero raggiunto l’apice quando è stato “bocciato” il principe del foro torinese, l’avvocato Luigi Chiappero, attuale commissario de La Mandria, di cui Cirio avrebbe voluto formalizzare la presidenza.
Oltre il “caso Mandria”, per altro emblematico, restano al palo, insieme a tutti gli altri piemontesi, anche i due cuneesi, il Monviso e le Alpi Marittime. Una ventina di giorni fa sembravano certe le designazioni rispettivamente di Marco Dastrù, avvocato di Revello, e Armando Erbì, direttore del Conitours. In attesa che si diradi la nebbia, restano in sella ancora per qualche settimana i due uscenti, in veste di commissari, Dario Miretti e Piermario Giordano, poi si vedrà. In Regione nessuno azzarda più previsioni né sulla tempistica né sui nomi.