Cronaca - 20 giugno 2025, 18:25

A processo per spaccio di cocaina si difende: "Tutto falso, qualcuno ha pagato i testimoni per accusarmi"

Ad essere accusato di sei cessioni di droga è un un uomo che, tra gli acquirenti e consumatori, sarebbe stato conosciuto come "Lupin". Per lui il pm ha chiesto due anni

A processo per spaccio di cocaina si difende: "Tutto falso, qualcuno ha pagato i testimoni per accusarmi"

“Un soggetto che ha un problema di scarsa professionalità delinquenziale, perché non ha ripulito le chat delle conversazioni nei confronti dei vari clienti e dei fornitori”. Sono queste le parole con cui il pubblico ministero  ha rassegnato le proprie conclusioni nei confronti di N.A., un uomo di origini albanesi accusato in tribunale di sei cessioni di cocaina nell’hinterland cuneese. “I suoi clienti usano frasi in codice, l’unico che non lo fa è proprio lui - ha continuato il pm-. Per N.A.  erano serate di divertimento e basta”. La richiesta è di 2 anni di carcere e il pagamento di 2.000 euro di ammenda.

I lettori più attenti ricorderanno senz’altro quel folle inseguimento nel centro di Cuneo del 5 marzo 2021 di una Panda blu. Quella notte, a finire nei guai e a processo, proprio perché non si fermarono all’alt della Polizia, furono tre uomini. Alla guida dell’auto,  poi fermata dopo un testacoda in piazza dello Sferisterio, c’era un ragazzo di origine marocchine.

E fu proprio tramite quella pazza corsa in macchia che la Polizia iniziò a battere una pista che condusse a scoprire un giro di spaccio di cocaina a Cuneo e per il quale si trova a dover rispondere N.A., che quella folle notte era seduto sui sedili posteriori della Fiat Punto. 

La mattina seguente alla nottata brava, era il 6 marzo del 2021, gli agenti della Polizia si recarono a casa sua e, qui, l’uomo  oppose resistenza: “Non voleva aprire la porta - aveva spiegato un poliziotto -, diceva che la perquisizione era illegittima. Aveva della cocaina nel comodino”. In quell’occasione gli vennero sequestrati circa 11 grammi di sostanza stupefacente. Assieme a lui vennero in seguito rinviate a giudizio anche altre due persone, che hanno patteggiato. 

Tra settembre e ottobre 2021, gli agenti della Squadra Mobile sequestrarono ad alcuni presunti clienti di N.A. 250 grammi di cocaina, vale a dire circa 1300 dosi. Attraverso le chat di WhatsApp e Messenger gli inquirenti erano riusciti ad estrapolare alcune conversazioni finalizzate a incontrarsi per lo scambio di dosi: “Si parlava di andare a prendere le medicine o di vedere un’amica – aveva riferito in aula un agente della Squadra Mobile -: erano appuntamenti per lo più di sera o notte”. 

“Non ho mai comprato la cocaina da lui, quando ci vedevamo me la offriva”. “Ogni tanto facevamo ‘festa’ insieme, ma non me l’ha mai fatta pagare”. “La consumavamo insieme perché siamo amici”. Erano state questa alcune delle dichiarazione rese in tribunale a Cuneo nei confronti di N.A.. A prendere la parola in aula erano stati alcuni amici che il pubblico ministero sostiene essere stati suoi acquirenti, ma nessuno di loro, a quanto dichiarato, parrebbe aver mai acquistato dall’uomo: se qualcuno la consumava assieme a lui lo faceva gratis e in amicizia, per trascorrere una serata. Tra i cinque testimoni ascoltati, solo una ragazza aveva ammesso di aver comprato in qualche occasione alcune dosi: “Erano circa sessanta o settanta euro al grammo” aveva spiegato al giudice.  

“Le testimonianze contro di me sono false - aveva ribattuto l’imputato-  qualcuno si diverte a pagare le persone perché accusino altri”. Per lui, il suo avvocato, ha chiesto l’assoluzione. Secondo la difesa N. A. era solo un consumatore con contatti con spacciatori da cui si riforniva ma senza avere alcuna cognizione dei loro traffici; gli 11 grammi di cocaina trovati a casa sua, infatti, sarebbero stati la conferma di un uso personale che avveniva insieme ad amici durante il fine settimana. 

A luglio, la sentenza. 

CharB.

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