La presentazione del Rapporto Cuneo 2025, curata dall’ufficio Studi e Statistica dell’ente camerale, ha raccolto i dati socio-economici cuneesi dell’anno 2024. Come in passato, il quadro è stato arricchito dalle informazioni ricavate dalla dashboard “Economia Cuneo” curata da Infocamere, che costituisce un elemento integrativo della pubblicazione.
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L’evento, svoltosi presso il Salone d’Onore dell’ente camerale, si è potuto seguire anche in modalità streaming ed è stato moderato dalla giornalista Alessandra Perera.
Tra i relatori - Tito Boeri, professore dell’università Bocconi, economista di fama internazionale e direttore scientifico del Festival internazionale dell’Economia di Torino, intervenuto sul tema “Crescita e inverno demografico”.
Dopo l’introduzione della giornata da parte di Patrizia Mellano, segretario generale della Camera di Commercio di Cuneo, sono seguiti i saluti istituzionali della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero e quelli del presidente dell’ente camerale Luca Crosetto.
“Cuneo continua a dimostrare che il suo futuro nasce dalla forza della sua comunità e dalla visione condivisa – ha spiegato Crosetto - . In questo tempo di trasformazione, dobbiamo avere il coraggio di mettere i giovani al centro dell’economia civile: saranno loro a dare nuova forma al nostro territorio Dobbiamo creare contesti che riconoscano il valore delle persone, li accompagnino nella crescita e restituiscano fiducia per immaginare, innovare, agire. Il Rapporto ci offre uno strumento prezioso per capire dove siamo e per costruire con consapevolezza i prossimi passi. Il Pil che cresce dell'1,7%, l'export che abbatte il muro degli 11 miliardi di euro, la disoccupazione scesa al 2,8% sono soltanto alcuni dei tanti dati positivi che emergono dalla pubblicazione che fotografa l'economia della nostra provincia.”
[Sopra il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Luca Crosetto]
Il programma è proseguito con l’intervento di Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, che ha descritto lo scenario economico cuneese nel 2024, tra crescita e resilienza in un contesto globale estremamente incerto.
Nel 2024 la Granda ha generato oltre 23,4 miliardi di euro di prodotto interno lordo (+1,7% rispetto all’anno precedente) producendo il 14,7% della ricchezza totale regionale e l’1,1% di quella nazionale. Come valore aggiunto pro-capite Cuneo ha registrato un dato medio superiore a quello regionale con 35.943 euro, posizionandosi al primo posto nella graduatoria regionale.
In questo contesto nel 2024 il mercato del lavoro ha confermato la propria solidità, con un aumento dei livelli occupazionali e una contrazione del numero di persone in cerca di occupazione di oltre 23 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Il tasso di occupazione provinciale si è infatti attestato al 70,5%, con +0,5% rispetto al 2023 e +1,1% rispetto al 2019 (ultimo anno pre-pandemia), dato largamente superiore al 69% registrato dal Piemonte e oltre 8 punti in più rispetto al 62,2% che costituisce la media nazionale. Cuneo conferma di avere un mercato del lavoro sano, in grado di fronteggiare efficacemente le difficoltà degli ultimi anni. Unico elemento di attenzione è rappresentato dal lieve incremento dalla numerosità delle persone che non risultano occupate, né in cerca di occupazione (inattivi) cresciuti di circa 1.000 unità tra il 2023 e il 2024.
Analizzando il tasso di disoccupazione 15-64 anni (2,8%) appare evidente come la provincia di Cuneo mostri una situazione migliore rispetto alla media regionale (5,5%) e a quella nazionale (6,6%). In analogia con il livello regionale e nazionale anche nel Cuneese si riscontra un evidente scarto di genere: quello maschile si attesta al 2,4% e quello femminile al 3,3%. Il numero medio di occupati in provincia di Cuneo nel 2024 si è attestato a 263 mila, in aumento dello 0,6% rispetto alla media 2023. Il 56,3% è rappresentato dagli uomini, contro il 43,7% delle donne. Il 73,8% è costituito da lavoratori dipendenti, contro il 26,2% degli indipendenti.
"Nel 2024 l’economia cuneese - ha affermato Sarah Bovini - ha mostrato una buona capacità di tenuta, sostenuta dalla solidità del settore dell'industria e da una crescita dell’export, in particolare nel comparto agroalimentare. Anche il mercato del lavoro ha registrato segnali incoraggianti, con un aumento dell’occupazione e un calo della disoccupazione. Tuttavia, i primi mesi del 2025 indicano un cambio di scenario, con un rallentamento della produzione industriale e una flessione delle esportazioni, che impongono attenzione sulla tenuta del ciclo economico nei prossimi trimestri."
Secondo il Registro delle Imprese dell’ente camerale, il tessuto imprenditoriale cuneese, al 31 dicembre 2024, rilevava 64.840 sedi di impresa con un tasso di crescita del -0,30%, meno positivo rispetto al dato regionale (-0,09%) e nazionale (+0,62%). Cuneo si è confermata al secondo posto in Piemonte, dopo Torino, per consistenza, con una quota del 15,5% sul totale delle sedi d’impresa regionali.
Tra le forme giuridiche aumentano le società di capitale (+392 unità), per il quarto anno consecutivo si rafforza il settore artigiano, che rappresenta oltre un quarto delle realtà aziendali della provincia, registrando un tasso di crescita del +0,16%. Sono in calo la componente femminile (-1,0%) e le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni (-1,5%). Aumenta rispetto al 2023 il numero delle imprese straniere (+7,4%), con un’incidenza sul totale delle imprese dell’8,2%.
A seguire, lo speech del professor Tito Boeri: “Il dinamismo dell'economia cuneese non si contraddice anche nel 2024, ma nuove sfide si presentano all'orizzonte. Tra queste le guerre commerciali scatenate da Donald Trump, che possono avere pesanti ricadute su una base industriale fortemente vocata all'export, e il declino demografico, che rischia di influire anche sui tassi di imprenditorialità e di innovazione, che hanno sin qui permesso alla provincia di diversificare con grande successo la propria struttura economica".
"L'attenzione oggi – ha evidenziato il noto economista – andrebbe incentrata sulle soluzioni per invertire la tendenza al calo del tasso di natalità e ciò richiede un'azione su diversi piani: un intervento sui costi della natalità, elevati in Italia, un miglioramento delle condizioni e l'occupazione della manodopera femminile, fondamentale in quanto l'inverno demografico ha effetti diretti sul tasso di normazione dell'economia, ma influenza anche le modalità e gli standard di vita. Infatti, la sicurezza economica delle famiglie permetterebbe di pianificare una maggiore natalità. Non meno importante l'integrazione degli immigrati e il miglioramento delle capacità degli istituti professionalizzanti”.
L’export ha registrato una crescita del 5,2% che ha portato il valore a superare gli 11 miliardi di euro, contrariamente a quanto fatto registrare a livello regionale (-4,9%) e rispetto alla stabilità del dato nazionale. Nell’area Ue-27 i mercati più importanti si confermano essere quello francese, pur in calo del 3,4%, e quello tedesco, con una crescita del 2,3%, mentre per il bacino extra Ue-27 i mercati di riferimento continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito in crescita rispettivamente del 3,5 e dello 0,4%.
Il turismo ha proseguito il suo cammino virtuoso. Nel 2024 le presenze (2.102.645) sono aumentate del 5,0% e gli arrivi (898.120) del +4,6%. Per quanto riguarda gli arrivi il 93,9% dei turisti è di origine europea, mentre i viaggiatori italiani che visitano il nostro territorio hanno rappresentato il 60,3%. L’Atl Langhe Monferrato e Roero ha registrato una crescita annuale negli arrivi pari al 4,0%, mentre l’Atl del Cuneese ha avuto un incremento superiore al 5,1%.
I dati di fine 2024 riferiti all’indagine congiunturale, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio, dipingono un quadro positivo. Nel quarto trimestre 2024 la produzione industriale cuneese ha segnato una crescita dell’1,5% rispetto all’anno precedente, associata all’aumento degli ordinativi esteri (+1,8%), del fatturato interno e degli ordinativi interni (+1,6%), mentre ha subito un rallentamento il fatturato estero (-0,5%). Il grado di utilizzo degli impianti si è attestato al 64,52%.
In uno scenario che evidenzia una moderata espansione, l’incontro è stato occasione per volgere lo sguardo al futuro prossimo, grazie all’analisi condotta da Livia Simongini, senior specialist Sit (Strategie Industriali Territoriali) della società di ricerca Prometeia, che ha sostenuto come “l’inizio del 2025 per l’economia cuneese ha visto peggiorare gli indicatori congiunturali con, in particolare, una contrazione dell’export. Pesa sulle prospettive di crescita a breve il clima di insicurezza, alimentato dalle recenti evoluzioni della politica commerciale statunitense e da un contesto internazionale ancora segnato da conflitti e tensioni sui prezzi. Nel medio periodo per il Pil provinciale è attesa una crescita attorno allo 0,3%, leggermente al di sotto della media regionale. Il tessuto economico locale, che ha già dato prova di saper reagire di fronte alla crisi pandemica, ha le potenzialità per rispondere alle nuove incertezze, puntando su settori di specializzazione medium-tech e sul consolidamento dei processi di innovazione anche nei settori più tradizionali, avviando un percorso di sviluppo sostenibile e competitivo. In particolare, l'impatto previsionale dei dazi presenta uno scenario pesante, che penalizzerà l'agroalimentare e la meccanica, settori più esposti. Sarà fondamentale la capacità di posizionamento, sulla fascia medio-alta, che renderebbe più resilienti le esportazioni cuneesi”.
La mattinata è giunta al termine con un dibattito e gli interventi delle autorità presenti che, sulla base delle suggestioni scaturite dalle presentazioni dei relatori, hanno commentato i dati. “Nei prossimi dieci anni la prospettiva di continuità per l'81% di imprese di artigianato va a finire", ha commentato Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, presentando i dati "apocalittici" dell'indagine congiunturale realizzato dall'associazione di categoria regionale.
"Ciò significa – ha proseguito – che, se il dato rimane costante, più di 80.000 imprese artigiane smetteranno di esistere, e questo è drammatico. Anche la tendenza dei giovani di non cercare più la realizzazione nella posizione lavorativa comporta devastanti conseguenze per una società basata sulle attività d'impresa. Il lavoro deve restare fondante, sarà la base culturale di sopravvivenza del Paese”.
Le conclusioni di Tito Boeri hanno chiuso l’evento: “Serve un atteggiamento proattivo nei confronti dei dazi e della situazione delle guerre commerciali. Tenere il piede in due scarpe è un atteggiamento miope. In questo attacco senza precedenti si può solo cercare di reagire all'imposizione degli Stati Uniti. Se non si reagisce rischiamo di dover attutire noi l'effetto di queste imposizioni”.
Il Rapporto Cuneo 2025 è disponibile online alla pagina del sito camerale https://www.cn.camcom.it/rapportocuneo
Per consultare la dashboard: https://www.infocamere.it/economiacuneo












