I più letti della settimana - 27 luglio 2025, 08:25

Il Consorzio Barolo, Dogliani e Barbaresco si prepara a decidere: il 29 luglio l’assemblea sulle rese

Il presidente Sergio Germano: “Serve lucidità, il nostro compito è accompagnare il settore con serietà”

Sergio Germano,  presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani

Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani

Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato lunedì 21 luglio.

***

Cresce l’attesa per l’assemblea dei produttori convocata martedì 29 luglio alle ore 17, nell'aula magna del complesso Ampelion, in corso Enotria 2/C. Sarà in quella sede che i soci del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, guidato da Sergio Germano, saranno chiamati a esprimersi sulla proposta di riduzione delle rese produttive per l’annata 2024, in particolare per il Langhe Nebbiolo. L’ipotesi sul tavolo è un abbassamento da 100 a 90 quintali per ettaro, misura che potrebbe estendersi anche alla Barbera d’Alba.

In un contesto reso fragile da più fattori – eccedenze strutturali, incognite internazionali, nuove percezioni sociali sul consumo di vino – Germano invita alla prudenza, senza cedere al sensazionalismo: “Le sfide sono complesse, ma il nostro compito è accompagnare il settore, non gridare all’allarme. Serve lucidità, senso della realtà e una visione di lungo periodo.”

La riduzione delle rese non è l’unico tema all’ordine del giorno, ma è il più atteso. “Ci sono sensibilità diverse tra i produttori – conferma Germano – ed è giusto che sia l’assemblea a pronunciarsi. Il confronto sarà aperto e trasparente. Ogni decisione sarà frutto dell’ascolto della base”.

A far da sfondo, uno scenario che interroga l’intero comparto vitivinicolo: la questione delle giacenze elevate e l’ipotesi di dazi USA.

Il Roero ha già deciso il taglio delle rese e lo stop degli impianti

Nel frattempo, il Consorzio del Roero, presieduto da Massimo Damonte, ha già preso posizione nei giorni scorsi. L’assemblea tenutasi a Castagnito ha approvato all’unanimità la riduzione delle rese a 90 quintali per ettaro dell’Arneis e ha deliberato il blocco totale dei nuovi impianti per l’annata 2026. Le aziende, in gran parte di piccola dimensione, hanno scelto con responsabilità di intervenire per tempo, evitando squilibri e tutelando la stabilità del mercato.  "Ci sono due possibilità con due possibilità -aveva spiegato Damonte -. O si va in riduzione secca sull’uva, da 10 a 9 tonnellate per ettaro, oppure – se si hanno giacenze di Arneis sfuso certificato delle ultime tre annate – si può declassare il 10% del vino già trasformato, riportarlo a vino da tavola e smaltirlo in altri canali”.

d.v.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU