Un numero crescente di cittadini, nei giorni scorsi, ha segnalato un apparente aumento nella bolletta della Tari. Da qui la richiesta di chiarimenti arrivata in Consiglio comunale dal consigliere Ali Draichi (PD), che ha voluto fare luce sull’andamento della tassa sui rifiuti per il 2025. A fornire un quadro dettagliato è stato l’assessore al Bilancio Luigi Garassino, che ha escluso modifiche alla base imponibile e ha spiegato in modo puntuale le ragioni delle possibili variazioni percepite dagli utenti.
“No, la base imponibile della Tari per il 2025 non è aumentata, non è stata modificata – ha affermato – in quanto gli stanziamenti di spesa per la gestione del servizio rifiuti sono stati mantenuti, come nei quattro esercizi precedenti, all'importo complessivo di 4.995.000 euro, inferiore al limite massimo previsto dal piano finanziario, che ammonta a 5.397.000 euro”.
Secondo Garassino, le tariffe sono in linea con quelle degli anni precedenti, ma non si esclude che “piccole differenze si siano verificate per alcune utenze, poiché la Tari è determinata da un mix complesso di fattori: costi fissi e variabili, rapporto tra utenze domestiche e non domestiche, composizione dei nuclei familiari e incremento dei metri quadri di superficie complessiva”.
L’unica vera novità riguarda la componente perequativa, introdotta dalla deliberazione ARERA n. 133/2025. “Si tratta di una quota fissa indicata nelle bollette con la sigla U R3, pari a 6 euro per utenza, generalizzata e indistinta, destinata a finanziare il cosiddetto bonus sociale per le famiglie in condizioni economiche disagiate” ha spiegato l’assessore.
Il bonus, come precisato, prevede “uno sconto del 25% per i nuclei familiari con un ISEE inferiore a 9.530 euro”, in attuazione del decreto legislativo n. 14 del 2019.
Garassino ha poi fornito un confronto storico utile a contestualizzare l’andamento delle tariffe: “Un’utenza domestica di quattro persone con 100 metri quadrati pagava nel 2015 364 euro. Oggi, nel 2025, ne paga 292,60 euro. Rispetto al 2024 si registra un lieve incremento, da 287,70 a 292,60 euro, dovuto proprio alla nuova quota perequativa, parzialmente compensata dalle dinamiche tariffarie”.






