Il 15 agosto ricorre la solennità dell’Assunta, si farà festa e l’occasione è buona per tornare a parlare della cappella di Santa Maria del Castello, a Bra. E per rispolverare dal cassetto il sogno di salvarla dallo stato di incuria in cui versa da molti anni.
La situazione di grave degrado, in particolare sotto il profilo della stabilità e della conservazione architettonica, impone un’urgente mobilitazione per evitare danni ancora maggiori.
La chiesetta di Santa Maria del Castello costituisce un punto di riferimento importante nella pietas popolare dei braidesi. Situata sul limitare di uno dei feudi concessi dalla dinastia imperiale alla famiglia dei Brayda in epoca medievale, l’edificio prende il nome dall’antica chiesa in orbita del castello di vecchia memoria.
Monumenti e architetture cancellati dal tempo, ma non dalla storia, come ci raccontava il compianto fra Luca Isella: «Intorno all’anno 1000, i Brayda erigono il castello attorno al quale nasce la Bra medievale con l’antico borgo di Santa Maria a cui si aggiungeranno altri borghi dove sorgevano le primitive chiese di Sant’Andrea, Sant’Antonino e San Giovanni. Il castrum sorgeva sul monte Guglielmo, dal nome di uno dei conti di Bra».
A pochi passi dalla Zizzola e dalla chiesa di Santa Chiara, è ancora abbarbicata una preziosa testimonianza di quel lontano e glorioso passato. Dentro la cappella di Santa Maria non ci sono più arredi sacri, ma batte sempre il cuore della fede. Qui venivano recitati i rosari nei mesi mariani, mentre ora l’edificio è inaccessibile ai fedeli a causa dell’abbandono, della crescita di vegetazione spontanea e del pericolo di cedimenti e crolli.
L’invito è alle istituzioni preposte, perché intervengano sollecitamente ed efficacemente per ripristinare un luogo che rappresenta un bene di grande valore artistico, monumentale e religioso. Una cosa è certa, la chiesetta non può rimanere in quelle condizioni ancora a lungo, se non si vuole recare un danno al territorio ed alla storia di Bra.








