Attualità - 03 ottobre 2025, 16:39

Cinque anni fa l'alluvione in Valle Tanaro, ma a Garessio ancora manca il ponte sulla Statale 582

A luglio l'inaugurazione della passeralla pedonale "Odasso", ma ancora non si hanno notizie certe sulla ricostruzione dell'infrastruttura che porta al Colle San Bernardo. L'appello del sindaco negli scorsi mesi: "Sia inserito nel piano Anas 2025-2030"

Via Vittorio Emanuele II la mattina del 3 ottobre 2020

Cinque anni fa la Valle Tanaro era sommersa dal fango dell'alluvione e se tanto è stato fatto per ricostruire quello che il fiume ha distrutto con la sua forza nella notte tra il 2-3 ottobre del 2020, ancora rimangono delle ferite aperte. 

Ad essere più colpiti comuni di CevaBagnasco con il suo ponte Romano, Garessio, dove l'acqua del Tanaro aveva distrutto anche il cimitero di Trappa travolgendo anche le tombe dei defunti e Ormea, rimasta isolata sia dal versante piemontese che da quello ligure.

E se è vero che sono state numerose le iniziative intraprese dai comuni per mettere in sicurezza il territorio, ancora qualcosa manca: Garessio è infatti ancora diviso a causa della mancanza del ponte sulla statle 582 del Colle di San Bernardo. 


L'ALLUVIONE DEL 2020 A GARESSIO

Nella notte del 2-3 ottobre 2020 il Tanaro esonda. Via Vittorio Emanuele II, il borgo Ponte e tutte le strade limitrofe vengono invase dal fango. I garessini passano la notte insonne. Il mattino seguente, con il sorgere del Sole, inizia la conta dei danni: del ponte Odasso rimane la storica struttura, inaugurata nel 1861, ma il Tanaro ha strappato via lampioni, asfalto e ringhiere. I tronchi, trasportati dal fiume, hanno intasato anche il ponte di ferro e l'acqua aveva invaso l'Huvepharma (oggi Olon, ndr). 

La furia del fiume a Garessio non risparmia neanche il cimitero di Trappa dove 121 salme, oltre a numerose a cassette dell’ossario, vengono trascinate via.

Il 30 ottobre del 2020, per un'operazione di sicurezza, fortemente voluta dall'allora sindaco Ferruccio Fazio, si dà avvio all'abbattimento del Ponte Generale Odasso (leggi qui)

La struttura viene "smontata" da ruspe, mentre, contemporaneamente, vengono tagliati i lati per evitare oscillazioni sulle arcate circostanti e infine vengono abbattuti i piloni. Nel mese di novembre il borgo viene ricollegato attraverso una passerella provvisoria (leggi qui)

Nei mesi successivi si procede anche con l'abbattimento del ponte della ex Lepetit, sulla ex provinciale 582 del Colle di San Bernardo, oggi di competenza ANAS.

A questo punto l'amministrazione comunale si mobilita e cerca di accelerare i tempi per avviare la ricostruzione del ponte Odasso. 

Il 22 gennaio 2021, in municipio a Garessio, il designer Giorgetto Giugiaro presenta il progetto che dona alla paese: una passerella pedonale, a campata unica, sormontata da un arco, con uno spazio centrale che funga come spazio di aggregazione. 

La ricostruzione diventa così una corsa contro il tempo perché l'opera, per un importo di 1.898.280 euro, viene finanziata a valere sul PNRR, che impone una crono tabella che non può non essere rispettata. 

Il comune così ad ottobre 2022 decide non stare fermo a guardare e  accollato le spese per i carotaggi, fondamentali per la ricostruzione del ponte, in modo da rispettare i tempi. E come previsto dal PNRR prima del 31 dicembre 2023, vengono affidati i lavori alle imprese.  A realizzare l'opera è la ditta Bertero Mario srl di Santo Stefano Roero. 

Partono i lavori. Il progetto architettonico e la supervisione artistica sono affidati alla Giugiaro Architettura di Moncalieri, mentre il progetto strutturale e impiantistico alla TECSE Engeneering studio associato di Torino. Ad eseguire le indagini geologiche è Aldo Acquarone, mentre il geometra Pierpaolo Boch si è occupa dei rilievi topografici. Majone e partners engineering si occupano invece dello studio idraulico e idrologico. Responsabile unico del procedimento e dei lavori, è l'architetto Marco Zemmi capo ufficio tecnico del Comune di Garessio. 

A inizio ottobre 2024 la ditta Bertero, che si è occupata della costruzione della struttura, procede con la fase di assemblaggio della passerella con cantiere su piazzale Indemini e poi dell'arco. La struttura ha una lunghezza di circa 50 metri, con arco pendinato di circa 9 metri e mezzo di altezza e un peso complessivo di 150 tonnellate.

Il 20 novembre 2024 viene rimossa provvisoriamente la passerella Bailey, si procede con la realizzazione delle piste in Tanaro e arrivano i carrelli e i mezzi speciali della Fagioli spa di Sant'Ilario d'Enza, in provincia di Reggio Emilia.

Il varo, come da cronoprogramma, prende avvio il 28 novembre 2024.  Proseguono fino alla primavera i lavori per il completamento dell'opera. Dal 1° giugno viene disdetto l'affitto della passerella Bailey.

Poi, finalmente, lo scorso 5 luglio una grande festa ha inaugurato il nuovo ponte. In tanti hanno voluto esserci: cittadini, autorità militari e le associazioni d'arma, i volontari del Vigili del Fuoco, della Croce Bianca, degli AIB, tanti sindaci della Valle Tanaro, il maresciallo dei Carabinieri Renato Quaglia (107 anni) cittadino onorario di Garessio, con la presenza dell'amministrazione comunale del sindaco Luciano Sciandra, ma anche dei suoi predecessori Ferruccio Fazio (in carica nell'alluvione del 2020) e Luigi Sappa (nel 1994). 

Ancora però manca un capitolo importante per poter voltare pagina: il ponte sulla statale 582.  Una mancanza pesate, soprattutto per i garessini che, devono fare i conti con l'aumento di traffico pesante in centro paese. 

Cinque anni fa il ponte era sulla provinciale 582 - oggi è invece strada statale, quindi sotto la competenza di ANAS. Nel frattempo si sono avvicendate sia l'amministrazione comunale che quella provinciale e l'Huvepharma è diventata Olon. 

"Abbiamo fatto presente ai rappresentati delle istituzioni provinciali, regionali e anche ai parlamentari presenti - aveva evidenziato il sindaco di Garessio, Luciano Sciandra lo scorso luglio - l'importanza di ricostruire quel ponte, che costituisce una comunicazione interregionale chiave tra Piemonte e Liguria. Noi stiamo subendo un grave disagio legato al passaggio di carichi e mezzi pesanti in centro paese. Il nostro appello è che la progettazione sia inserita nel piano quinquennale opere pubbliche di Anas 2025-2030: se perdiamo questo treno non vedremo altre possibilità per ricostruirlo”.