In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,1-8).
Oggi, 19 ottobre 2025, la Chiesa giunge alla XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C, colore liturgico verde). Si celebra anche la 99ª Giornata Missionaria Mondiale, che quest'anno ha come motto “Missionari di speranza tra i popoli”.
A commentare il Vangelo della Santa Messa è Gian Mario Ricciardi, già caporedattore della TGR Rai del Piemonte.
Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.
Eccolo, il commento.
La vita contemplativa rappresenta la più alta espressione della ricerca umana del volto di Dio. Nella preghiera si ritrovano il significato degli eventi e della storia e diventano ispirazione di propositi di vita santa.
Lei si chiama Sara, ha 45 anni, è una consacrata. L’incontrai, la prima volta, a Cogoleto, vicino a Varazze. Era una suora carmelitana e gestiva una gradevolissima casa di vacanze e ricerca dell’anima a due passi dal mare.
L’ho ritrovata a Perti, vicino a Finalborgo. «Ho fatto la scelta di una vita semi-eremitica. Ci ho pensato un anno ed eccomi qua. Sono in un’ex-canonica. La mia vita si divide tra il lavoro della terra, fare il pane per vivere, l’immersione completa nella natura bellissima, qui tra il verde ed il profumo del mare che sale in valle e soprattutto l’ascolto».
La porta della sua casa è sempre aperta: per accogliere, soprattutto per ascoltare le storie di persone in difficoltà, fragili o che si trovano in situazioni pesanti e di grande delicatezza.
Ci si chiede: com’è che una donna, pienamente realizzata nel suo essere religiosa delle carmelitane di Santa Teresa, divisa tra la cappella, la cella, la preghiera senta la necessità di “andare oltre”?
Non ci sono risposte, ma c’è una svolta nella vita di una persona che vuole entrare di più in se stessa, vivere nel silenzio. «Per me non è certo un estraniarsi dal mondo ma capirlo di più riempiendolo con la parola di Dio e quelle degli uomini. Mi piacerebbe poter condividere la mia scelta per far sì che la gente che si sente smarrita possa trovare in me e nel posto dove vivo un po’ di sollievo. Nel mio piccolo, ho ripreso una passione. Scrivo qualche breve pillola di spiritualità». Sono quelle che suor Sara mette a disposizione di chi cerca un’ancora, una luce, un guizzo per andare oltre le banalità di ogni giorno.
Sfogliarle è interessante. Sono frutto dei silenzi e di tante passeggiate dell’anima attraverso le praterie dei testi sacri e di quelli umani.
Suor Sara cos’è la “meravigliosa fedeltà”. «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti. Fidelitas: corrispondenza alla verità, alla realtà. Bellissimo! Ecco che allora prende significato la frase del Vangelo che ho citato… Fedele è chi corrisponde alla verità, alla realtà, alla vita di ogni giorno. Chi si alza il mattino con l’entusiasmo per un nuovo giorno. Chi scende dal letto per preparare la colazione alle persone care. Chi va a lavorare nonostante la fatica; chi ha uno sguardo di benevolenza nonostante sia stato ferito… Chi è fedele alle piccole realtà della propria quotidianità, è fedele anche alle cose più grandi, più importanti, alle scelte della vita, ai per sempre. Solo se si corrisponde alla verità di se stessi più profonda si è fedeli alla vita. E questo vuol dire anche cambiamento. Sì, perché la fedeltà non è statica e passiva, tutt’altro: è in continua evoluzione perché lo Spirito è dinamico, è soffio, è fuoco, è colomba, è vita».
E ancora: «Fedele sei tu che annaffi ogni giorno le piante del tuo vivaio. Fedele sei tu che accarezzi la mano di tua madre che non ti riconosce più. Fedele sei tu che ogni notte ti alzi per impastare chili di pane per il mattino. Fedele sei tu inginocchiato davanti alla bellezza».
In fondo sono il “dietro le quinte” della vita di tutti, il “backstage” delle giornate, anche le più apparentemente vuote o inutili.
Sono la sostanza oltre l’immagine e chi l’avrebbe mai detto di poterle trovare qui tra distese di arbusti, di pini marittimi e di silenzio. La mail di suor Sara è: sara.umadicris@gmail.com .





