Attualità - 30 ottobre 2025, 09:13

Presidio per la Palestina a Bra: "Non c'è pace senza giustizia"

Ogni venerdì in via Cavour manifestanti denunciano la crisi umanitaria a Gaza e chiedono sanzioni contro Israele. Critiche al governo italiano e all'UE

Presidio per la Palestina a Bra: "Non c'è pace senza giustizia"

Nonostante la tanto proclamata tregua, a Gaza e in Cisgiordania continuano le morti e le violenze ai danni del popolo palestinese. È questa la denuncia dei manifestanti che ogni venerdì si riuniscono in via Cavour a Bra, dalle 18 alle 19, per chiedere una pace giusta e stabile in Palestina.

Secondo gli attivisti, il governo israeliano prosegue il massacro dei civili con nuovi bombardamenti e rallenta con continui blocchi la distribuzione degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, affamata e stremata dalla guerra. Il movimento rivendica un principio che definisce universale: non può esserci pace senza giustizia, denunciando come ogni giorno vengano commessi, a loro avviso, crimini contro il popolo palestinese in violazione del Diritto Internazionale.

I manifestanti puntano il dito contro il peggioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, con i periodici blocchi degli arrivi umanitari che avrebbero causato numerosi morti per fame, in aggiunta alle vittime dei bombardamenti tra cui bambini, donne, anziani, operatori sanitari e giornalisti. Particolarmente dura la critica all'inerzia del Governo italiano e dell'Unione Europea, accusati di non imporre sanzioni adeguate e di non interrompere le relazioni istituzionali, economiche e politiche con Israele.

Il movimento si batte su più fronti: contro quella che definisce la criminalizzazione del dissenso, criticando i Decreti sulla Sicurezza del Governo Meloni accusati di limitare il diritto di manifestare; contro le politiche del riarmo, sostenendo che ogni euro speso in armi viene sottratto a sanità, istruzione e welfare; per una corretta informazione, denunciando una narrazione mediatica che ritengono filosionista e lontana dalla realtà dei fatti.

Gli organizzatori precisano che la loro opposizione è diretta al sionismo come progetto politico coloniale e di apartheid, non alle persone in base alla loro religione o identità. Secondo gli attivisti, la tragedia palestinese non è iniziata negli ultimi due anni, ma affonda le radici in decenni di occupazione coloniale e pulizia etnica. Il movimento si dichiara inoltre radicalmente antifascista, opponendosi a tutte le forme di autoritarismo che vedono manifestarsi oggi nelle politiche securitarie e nella militarizzazione della società.

"La lotta non è finita e noi non siamo stanchi di portarla avanti", dichiarano gli organizzatori, invitando la cittadinanza a unirsi ai presidi del venerdì in via Cavour.

redazione

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