Politica - 03 novembre 2025, 12:37

Diario Amico nelle scuole del Verbano Cusio Ossola, Federica Barbero (FdI): "La scuola resti luogo di formazione, non di indottrinamento"

Presentato un ordine del giorno per invitare la Giunta regionale a richiedere chiarimenti formali sui criteri che hanno consentito la distribuzione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. La consigliera regionale cuneese richiama al "rispetto per chi lavora ogni giorno nelle nostre campagne e montagne"

Federica Barbero

Federica Barbero

«La diffusione del cosiddetto Diario Amico nelle scuole del Verbano Cusio Ossola solleva una questione seria di principio e di metodo. Non possiamo accettare – dichiara Federica Barbero, consigliere regionale di Fratelli d’Italiache strumenti destinati alla formazione dei più giovani diventino veicolo di messaggi ideologici o di campagne di parte. La scuola deve essere il luogo della conoscenza, del confronto libero e del pensiero critico, non dell’indottrinamento».

Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno, prima firmataria proprio Federica Barbero, per invitare la Giunta regionale a richiedere chiarimenti formali sui criteri che hanno consentito la distribuzione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del VCO del “Diario Amico”.

«Attribuire agli allevatori frasi offensive o spingere in modo unilaterale verso determinati modelli alimentari – prosegue Barbero – significa svilire un intero comparto produttivo che è parte essenziale dell’identità piemontese. Gli agricoltori e gli allevatori non sono un bersaglio, ma un presidio di civiltà, custodi del territorio, della qualità alimentare e della sostenibilità ambientale. Senza di loro, molte delle nostre vallate e campagne sarebbero destinate all’abbandono».

«Fratelli d’Italia difende la libertà di pensiero, ma respinge con forza ogni forma di estremismo ideologico che si voglia introdurre nelle aule scolastiche – conclude Barbero –. L’educazione deve insegnare il rispetto, non la contrapposizione. Siamo al fianco degli agricoltori e degli allevatori piemontesi, perché dietro ogni prodotto, ogni pascolo, ogni azienda agricola, ci sono famiglie, tradizioni e una parte viva della nostra comunità».

c.s.

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