Due cittadini di nazionalità marocchina residenti a Santo Stefano Belbo sono stati raggiunti dall'avviso di conclusione indagini per l'aggressione ai volontari della Croce Rossa avvenuta ad Asti lo scorso 19 luglio. I due sono accusati di aver minacciato e aggredito fisicamente un'operatrice sanitaria intervenuta per soccorrerli dopo una rissa: la donna è stata strattonata violentemente e sbattuta contro la porta dell'ambulanza, riportando un trauma cranico ed ecchimosi. L'episodio si inserisce in un'escalation di violenze contro il personale sanitario che sta colpendo il Piemonte.
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“Quanto accaduto ad Asti si aggiunge ad altre centinaia di aggressioni simili e nel 70% dei casi sono colpite le donne” commenta Luigi Genesio Icardi, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale.
“È un fenomeno paradossale e gravissimo. Oltremodo deplorevole quando le vittime sono volontari che donano gratuitamente il loro tempo libero per la cura e l'assistenza dei cittadini. Occorre potenziare la prevenzione di simili gesti ma, tengo a precisare che il camice bianco deve rappresentare una corazza invalicabile. L'aggressore deve essere punito davvero con severità e certezza.
Mi chiedo come sia possibile che, a distanza di mesi, i due indagati siano a piede libero. I soggetti violenti vanno allontanati dalle nostre comunità e il rimpatrio deve essere immediato. Dove i contatti sociali sono favoriti, come nei piccoli comuni, esiste anche una maggiore percezione del pericolo con conseguenti e inevitabili cambi di abitudini. Garantire la sicurezza e la libertà ai nostri cittadini è un dovere delle nostre istituzioni” conclude Icardi.





